(Teleborsa) - I membri dell'OPEC+ hanno alla fine deciso di ritardare di due mesi l'aumento della produzione di petrolio che era previsto per ottobre. La conferma alle indiscrezioni che circolavano da giorni è arrivata direttamente dal Segretariato dell'OPEC. Il mese prossimo sarebbe dovuto partire infatti il piano che dopo un incremento iniziale di 180.000 barili al giorno sarebbe dovuto arrivare a restituire gradualmente al mercato 2,2 milioni di barili al giorno nei mesi successivi. Il programma quindi partirà da dicembre e proseguirà fino a novembre del prossimo anno.
Il taglio di 2,2 milioni di barili al giorno era stato intrapreso da Algeria, Iraq, Kazakistan, Kuwait, Oman, Russia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti come azione volontaria e quindi non rientra nella politica ufficiale vincolante per tutti i membri della coalizione OPEC+.
La decisione è stata presa dopo il crollo del prezzo del petrolio registrata nelle ultime settimane. I futures sul greggio, che sono crollati nella prima parte della settimana, sono tornati a crescere leggermente nella giornata di ieri, con il contratto Ice Brent con scadenza di novembre scambiato a 73,63 dollari al barile, in aumento dell'1% rispetto all'accordo precedente. Il contratto Nymex di ottobre del primo mese era di 70,17 dollari al barile, l'1% in più rispetto al precedente prezzo di chiusura.
Petrolio, il crollo dei prezzi convince l'Opec+ a ritardare il piano per l'aumento della produzione
06 settembre 2024 - 09.09