Cercheremo di supportare la commissione il più possibile ma essendo un uomo razionale penso che abbiamo trascurato il desiderio di cambiamento degli elettori", ha aggiunto. Il presidente ungherese ha elencato le sfide che attendono l'Europa nei prossimi mesi. "La prima è la questione della guerra o della pace. La seconda è la competitiva. Obiettivo primario della presidenza ungherese è quello di mettere insieme un nuovo patto per la competitività di tutta l’Unione Europea perché senza un nuovo patto non potremo essere competitivi né con gli Stati Uniti, né con la Cina, né con il resto dell’Occidente. La terza è l'immigrazione perché si tratta di un fattore di disintegrazione nella politica europea".
"C'è un grande malinteso al riguardo sulla questione della guerra nell'opinione pubblica occidentale che sostiene che dovremmo prima mettere insieme un piano di pace, poi iniziare a negoziare e poi arrivare ad un cessate il fuoco – ha precisato Orban –. Non è vero se si guarda a come è stata gestita la pace negli ultimi 30 anni a livello globale". "Il cessate il fuoco è arrivato sempre prima di un accordo di pace", ha sottolineato.
Orban ha infine attaccato di nuovo l'Ue proprio su questo tema. "Non ha senso continuare a parlare di pace quando tutto il sentimento, il linguaggio e la cultura dell'Europa è a favore della guerra. A me non piace e non credo sia una buona cosa per l'Europa", ha concluso.