Dopo giorni di grande agitazione, i sindacati sono stati parzialmente rassicurati dalla proprietà, Seri Industrial, che ha confermato l'ingresso nel capitale di un produttore cinese con una quota del 25%. Una ipotesi che era stata anticipata nelle scorse settimane dallo stesso Ministro Urso, che aveva anticipato una "partnership di alto profilo con attori internazionali" per il rilancio dell'azienda.
L'azienda, dal canto suo, ha annunciato la prossima presentazione di un nuovo piano industriale ed ha anticipato di voler andare verso lo sviluppo dell'elettrico, incrementando l'occupazione sia nello stabilimento emiliano che in quello di Avellino (sono previste 60 assunzioni a Bologna e 180 a Flumeri).
Cauti i sindacati, che preferiscono attendere il nuovo piano industriale, dal momento che quello presentato da IIA prevedeva due fasi: una di risanamento e l'altra di rilancio. Timori anche in merito all'ingresso del socio cinese che - affermano - potrebbe sì fornire componentistica a prezzi bassi, ma anche partecipare a gare con propri mezzi prodotti in Cina.
Una ipotesi questa che è stata subito smentita dal MIMIT, il quale chiarisce che i bus forniti da IIA saranno esclusivamente made in Italy. Il nuovo piano industriale - si precisa - prevede di aumentare la produzione da 1 a 5 autobus al giorno, soddisfacendo pienamente la domanda con mezzi realizzati in Italia e con il mantenimento di una quota sostanziale di componentistica italiana.