L’eolico off-shore, fisso o galleggiante, è una delle tecnologie indispensabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione della generazione elettrica al 2030, 2040 e 2050. L’Italia secondo gli studi dell’ANEV, confermati dal Global Wind Energy Council, è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. Infatti, secondo gli studi dell’ANEV, al 2040 il potenziale dell’eolico offshore nel nostro Paese è di 11 GW di potenza installata (10 GW è quello stimato da Terna) e in tal senso è significativo che risultano presentate domande di allaccio alla rete nel nostro Paese per oltre 100 GW. L’impegno che l’ANEV mette in questo settore è quello di supportare le aziende italiane che stanno pianificando nuovi progetti per i prossimi anni, al fine di promuovere la filiera nazionale, efficiente e solida, in modo tale da consentire un approvigionamento delle forniture per realizzare gli impianti nei tempi previsti dagli obiettivi di settore.
Per questi motivi il 2° Summit Italiano dell’eolico off-shore è stato un momento di confronto e di analisi della situazione del comparto, quest’anno finalizzato ad analizzare la filiera industriale grazie alla presenza del sig. Min. Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Mauro Fabris, Vice Presidente dell’ANEV, ha aperto i lavori dichiarando che “Abbiamo superato la fase pionieristica per far comprendere anche nel nostro Paese, le potenzialità della tecnologia dell’eolico offshore – commenta Mauro Fabris, vicepresidente Anev con delega all’eolico offshore. “Con il Summit di oggi vogliamo chiedere al Governo e al Parlamento di intervenire subito per far nascere la filiera industriale nazionale. È una decisione strategica che ci consentirebbe di produrre in Italia le componenti necessarie alla realizzazione di impianti eolici offshore galleggianti e superare la dipendenza energetica da terzi” – aggiunge Fabris
Viene lasciata la parola a Davide Tabarelli che presenta lo studio svolto da Nomisma Energia per ANEV sulla filiera industriale italiana dell’off-shore. Lo studio potrà essere visionato sul sito dell’ANEV.
Il Ministro Adolfo Urso ha così commentato: “L’Italia ha sviluppato una propria capacità industriale per quanto riguarda l’eolico a terra: può fare altrettanto con l’eolico offshore, per via delle caratteristiche delle nostre imprese e perché siamo tra gli attori più significativi dell'economia del mare. Con il ministro Musumeci stiamo lavorando alla legge quadro sulla Blue Economy di prossima presentazione, che interesserà anche l’eolico in mare. Il nostro obiettivo è quello di passare dall'essere meri consumatori a produttori di impianti di energie rinnovabili, sia per quanto riguarda l'eolico offshore, sia per quanto riguarda i pannelli fotovoltaici: questa è la svolta che stiamo imprimendo al nostro Paese.”.
Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia ha preso parte al convegno commentando “Siamo consapevoli che avviare una filiera industriale dell’eolico offshore in Italia non è affatto semplice. Si tratta di una vera sfida, a cui siamo chiamati tutti, imprenditori e istituzioni” – commenta Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia. “Non possiamo perdere la possibilità di creare, per primi in Europa, un sistema industriale capace di soddisfare i segmenti più importanti della supply chain collegata all’eolico offshore in primis, ma anche allo sviluppo dell’eolico onshore nell’area del Mediterraneo. Il nostro Paese diverrebbe, inoltre, un punto di riferimento su scala internazionale per quanto riguarda la formazione delle nuove professionalità connesse alla transizione energetica, e i due fattori congiuntamente rappresenterebbero un fondamentale volano per la nostra economia nel decennio a venire” – conclude Toto.
Saverio Ventrelli, Global Sales Manager Siemens Energy ha spiegato: "L'Italia rappresenta potenzialmente il terzo mercato globale per l'offshore wind. Con l'approvazione del FER II da parte della Commissione Europea e il Decreto Energia si stanno ponendo le basi per la creazione dell'industria eolica offshore. Siemens Energy potrebbe fornire un contributo significativo per la realizzazione di tale industria grazie alle sue affermate competenze nel campo delle sottostazioni fisse e in futuro quelle floating e subsea; alle soluzioni per l'elettrificazione delle navi operanti nei parchi eolici; e infine nell'utilizzo dei sistemi batteria per stabilizzare le reti. L'intervento mira a dare una rapida prospettiva delle varie soluzioni".
Alessandro Concialini, Senior Vice President floating offshore wind Fincantieri “Il settore dell'eolico offshore galleggiante ha il potenziale per generare un circolo virtuoso, in cui l'energia rinnovabile prodotta per il nostro paese viene costruita attraverso una filiera italiana. Questa filiera, focalizzata sulle competenze navalmeccaniche, si dedica alla produzione, assemblaggio e varo delle fondazioni galleggianti in acciaio destinate alle turbine eoliche offshore. Fincantieri, insieme all'intera filiera navalmeccanica, detiene le competenze necessarie che devono essere adeguatamente sostenute, al fine di sviluppare immediatamente questa capacità produttiva, ottimizzarla e competere efficacemente sul mercato globale. E’ importante, pertanto, agire con tempestività”.
Rossella Carrara, Director External Communication and Public Affairs “L’eolico offshore è una grande opportunità per il nostro Paese e un settore strategico in cui Saipem può dare un importante contributo, forte del suo track record. Negli ultimi 10 anni abbiamo contribuito alla realizzazione di ben 8 GW di progetti di eolico offshore e abbiamo installato Hywind, il primo parco eolico galleggiante al mondo. Oggi riteniamo che si debba accelerare per validare un prodotto di tecnologia eolica galleggiante che ci consenta di verificarne l’efficienza operativa, di studiarne i processi di industrializzazione, standardizzazione per testare quindi tutta la filiera dalla logistica alla produzione in serie. In questo senso Saipem può mettere a disposizione la propria tecnologia per le fondazioni galleggianti che ha già ottenuto riconoscimenti da parte di enti di certificazione internazionale e la propria esperienza e asset per aggregare e mettere in moto una filiera made in Italy che sia competitiva sul mercato, di concerto con le istituzioni.”
Sesto Avolio, Consigliere delegato e CTO Oristano CAP “Oristano CAP rappresenta una parte importante della filiera Italiana dell’eolico offshore flottante. L’offerta di Oristano CAP include sia la fornitura di strutture di fondazione galleggianti che servizi di installazione su di esse delle turbine eoliche scelte dai clienti. Si prevede che le prime piattaforme potranno lasciare lo stabilimento di produzione già nella prima metà del 2027”.
Francesco Ciampa, area legale ed Affari Generali di Gruppo Macchia, commenta: “La costruzione di una filiera italiana dell’eolico Offshore è un’importante sfida a cui le Istituzioni e gli operatori economici del settore sono chiamati a rispondere insieme. Infatti, è soltanto attraverso l’unità di intenti, di sinergie e di competenze tra pubblico e privato che si potranno raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e innovazione del sistema energetico italiano imposti dall’Agenda 2030. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione”.
Elena Farnè, Head of Global Sales Management Vestas, ha dichiarato: “Vestas continua a mantenere il proprio impegno riguardo al V236-15MW e al relativo considerevole piano di investimenti: ha consolidato la propria presenza produttiva europea e sta procedendo con l'ampliamento di diversi impianti, compreso quello delle pale a Taranto. Vestas crede in un'industria sostenibile e responsabile in grado di fornire tecnologia affidabile: per noi significa industrializzare e fornire la turbina eolica V236. L'Italia sta vivendo uno slancio in relazione allo sviluppo del quadro normativo, tuttavia è fondamentale che ciò consenta che le opportunità tecnicamente e finanziariamente valide si realizzino. Vediamo volumi sostanziali consentiti o in corso di realizzazione, che sono oltre il doppio della capacità prevista che sarà coperta dal regime FER2 (3,8 GW). Un ampio sforzo da parte del settore è utile per sostenere la concorrenza, ma potrebbe innescare inefficienze e fuorviare le aspettative degli investitori”.
Maria Elena Martinotti, Tecnologa CNR ha illustrato Il contributo del CNR al tema dei campi eolici flottanti: sfide e sinergie con il mondo industriale con un approccio innovativo alla filiera locale.
È intervenuto durante il Summit anche Giuseppe Pasquale Roberto Catalano, Capo di Gabinetto Regione Puglia.
Chiude i lavori Simone Togni, Presidente dell’ANEV: “L’eolico offshore é la tecnologia che ci permetterà di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, 40 e 50. Per fare ciò bisogna incoraggiare le aziende italiane che vorrebbero investire in questo settore definendo un quadro normativo e regolatorio chiaro. Inoltre è indispensabile oltre che urgente, la creazione di una filiera industriale nazionale solida, pronta a consentire le forniture necessarie alla realizzazione di impianti eolici off-shore in tempi rapidi. L’ANEV continuerà a promuovere l’eolico offshore affinché si riescano a raggiungere entro il 2040 gli 11 GW di potenza installata previsti, in modo efficiente e utile al nostro Paese”.