(Teleborsa) - L’influenza delle famiglie nella scelta del docente di sostegno dei figli non si attuerà dal prossimo 1° settembre, ma dall’anno scolastico 2025/2026: risultano indispensabili, infatti, ulteriori disposizioni del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in quanto il testo demanda alla modifica del Regolamento n. 124/99 art. 4 comma 5 l’entrata in vigore del provvedimento. Lo slittamento della norma, che riguarda solo i docenti precari, i quali rappresentano metà degli insegnanti di sostegno, è inserito nell’art. 8 del DL n. 71 del 31 maggio 2024, il cui testo è in via di conversione in legge al Senato dopo il sì della Camera.

"Quando sarà pubblicato il DM prima ancora del regolamento ci impegneremo e lo bloccheremo con i legali #Anief perché palesemente incostituzionale. Se vogliamo garantire la continuità didattica dobbiamo trasformare i posti in deroga da anni in organico di diritto e stabilizzare i docenti specializzati e ristorare i lavoratori fuori sede", sottolinea il Presidente ANIEF, Marcello Pacifico.

La “possibilità che sia la famiglia ad inoltrare richiesta al Dirigente Scolastico di conferma dell’insegnante supplente dell’anno scolastico di riferimento – ricorda la stampa specializzata - coinvolgerebbe sia i docenti in possesso di titolo di specializzazione sia eventualmente i docenti senza titolo. Ricevuta la richiesta della famiglia (obbligatoria), il Dirigente Scolastico propone al supplente la conferma con precedenza assoluta rispetto al restante personale a tempo determinato, sul medesimo posto di sostegno assegnatogli nel precedente anno scolastico, fermi restando la disponibilità del posto, il preventivo svolgimento delle operazioni relative al personale a tempo indeterminato, l’accertamento del diritto alla nomina nel contingente dei posti disponibili da parte del docente interessato”. La decisione di spostare di un anno la disposizione ha già determinato delle retromarce: “gli Uffici Scolastici che avevano già predisposto le modalità per la richiesta ai Dirigenti Scolastici da parte delle famiglie, hanno ritirato la disposizione.

Il sindacato Anief "ha sempre espresso contrarietà a questa disposizione, spiegando i motivi del dissenso anche durante una recente audizione tenuta in Commissione Cultura della Camera nell’ambito dell’esame del decreto legge 71/2024, che contiene disposizioni urgenti in materia di sport, sostegno didattico agli alunni con disabilità e regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025".

Secondo Pacifico, leader dell’Anief, “quella di confermare il docente di sostegno supplente nella stessa scuola dove ha svolto servizio nel precedente anno scolastico su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, sentendo anche il parere del dirigente scolastico, è una disposizione che non avrebbe alcun impatto sulla continuità didattica. Per fare spazio ad una possibilità irraggiungibile, quella della conferma del docente, si va inoltre a calpestare il merito: perché si aggirano le graduatorie vigenti, frutto dei titoli acquisiti negli anni e dei servizi svolti, per optare per una sorta di chiamata diretta? E a decidere quale commissione o esperto sarebbe? La famiglia. Con tutto il rispetto per le madri e padri degli alunni con disabilità, i cui pareri e giudizi vanno sempre considerati, non pensiamo che possano avere l’ultima parola su una scelta così complessa e importante. Lo slittamento al 2025, quindi, non basta: la disposizione deve venire meno”.



Anief ritiene, pertanto, che se nel 2025 dovesse passare questa decisione, "si andrebbe pure a contrastare le indicazioni della normativa vigente che regola la materia: il docente di sostegno, leggi alla mano, deve essere assegnato alla scuola attraverso GLO e associato ad uno o più alunni in base al Piano educativo personalizzato. “Altro che scelta del docente da parte delle famiglie – conclude Pacifico -, quello che c’è da fare è sempre e solo tramutare gli attuali 100.000 posti in deroga in cattedre di diritto e nel contempo specializzare in didattica speciale i 90.000 insegnanti che affiancano oltre 136mila alunni senza docente specializzato”.