(Teleborsa) - Una corsa lunga e piena di ostacoli il cui finale non è ancora scritto ma ormai delineato: Ursula von der Leyen si avvia a guidare per altri cinque anni la Commissione europea, puntando a superare quota 380, migliorando così la performance di cinque anni fa.
Un programma, quello studiato dalla ex ministra della difesa tedesca, che strizza l'occhio alle destra di Ecr su alcuni argomenti e ai Verdi su altri. L'incognita sta nei contorni della sua maggioranza: tripartito composto da Ppe, Socialisti e Renew o quadripartito con l'aggiunta dei Verdi?
In un puzzle ancora complesso, manca ancora il contatto più atteso, quello con la Premier italiana Giorgia Meloni. Tuttavia, in quel di Strasburgo filtra la sensazione che alla fine che Fdi possa votare a favore. Ma la partita si gioca nella forma della trattativa. Von der Leyen, infatti, non vuole legare l'assegnazione all'Italia di un commissario forte e di un'eventuale vicepresidenza esecutiva a Palazzo Berlaymont al sì dei meloniani. "In questo momento non sono l'ago della bilancia", fanno sapere qualificate fonti parlamentari vicine alla presidente.
E' anche vero che i rapporti tra Meloni e von der Leyen sono sempre stati buoni e la presidente della Commissione non ha alcuna intenzione di peggiorarli. Nella sua strategia, Ecr resta fuori dalla maggioranza. von der Leyen attende un segnale da Meloni a ridosso del voto che in qualche modo certifichi il patto di non belligeranza e la possibile sponda tra le due.