(Teleborsa) - "Che sulla sicurezza dei luoghi di lavoro si possa fare di più, non vi è dubbio. Che ogni morto sul lavoro è una sconfitta per tutti, è altrettanto indubbio. Sono tutte priorità che ogni Governo dovrebbe avere, ma che in passato nessuno ha avuto. Nessuna assunzione di ispettori, nessuna norma di contrasto, nessun intervento si è visto per decenni. Solo da qualche mese si è concretamente intervenuti". Lo ha detto in una nota l’Avvocato Stefano Fiorini partner del Public Institutions Legal Consultants PILC, di Dubai, commentando l’ennesimo episodio di infortunio sul lavoro.
"La percezione comune che la sicurezza sul lavoro sia una questione riservata principalmente alle attività con grandi rischi fisici, come l'industria pesante o le costruzioni, è errata. Anche nel settore pubblico, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è un tema cruciale, come evidenziato dai dati forniti dall'INAIL riguardo agli infortuni e alle malattie professionali tra i dipendenti pubblici. A questo fine, basta riflettere sulla circostanza che, nel quinquennio 2018-2022, il numero di denunce di infortunio nel settore pubblico è aumentato del 14,1% rispetto al 2018 e del 35,1% rispetto al 2021. Le denunce di infortunio hanno mostrato un incremento significativo con 33.118 casi segnalati nel 2022. Questo aumento sottolinea come la sicurezza sul lavoro sia una questione rilevante anche per i dipendenti pubblici, che spesso lavorano in contesti apparentemente meno pericolosi rispetto alle industrie tradizionali. Oltre il 75% degli infortuni denunciati tra i dipendenti pubblici sono avvenuti "in occasione di lavoro", dimostrando che anche le attività lavorative apparentemente meno rischiose possono comportare incidenti significativi. La media annuale delle persone che perdono la vita nel settore della PA – Conto Stato è di 133, e di queste, circa il 60% in occasione del lavoro, escludendo quindi i casi di infortunio in itinere (uso del mezzo di trasporto nel tragitto casa-lavoro). Da stime dell’INAIL, il danno economico causato da infortuni e malattie professionali è pari a circa 48 miliardi di euro, ovvero più del 3% del PIL", prosegue la nota.
"Questi dati devono far riflettere - prosegue l’Avvocato Fiorini - soprattutto perchè le amministrazioni pubbliche devono adottare misure preventive e interventi mirati per garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti i loro dipendenti, promuovendo una cultura della sicurezza che abbracci tutti i settori lavorativi. In questo contesto così allarmante suona del tutto stonata l’iniziativa portata avanti dalla Consip – la Centrale di Acquisto dello Stato (25 miliardi di euro di gare ogni anno) – con l’ultimo bando di gara relativo alla fornitura di servizi di "Salute e Sicurezza sul Lavoro". Eppure è così. Infatti il 10 novembre 2023 Consip Spa ha indetto una gara a procedura aperta avente ad oggetto i servizi di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. L’appalto, suddiviso in 6 lotti, ha ad oggetto servizi tecnici, di formazione e di sorveglianza sanitaria in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. L’importo totale a base di gara è di 241milioni di euro e la durata dell’Accordo Quadro è di 36 mesi.
"I lotti includono tutte le regioni italiane ed ogni lotto ha un importo designato a base di gara. La suddivisione in lotti è stata definita secondo criteri specifici per favorire la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese. L’obiettivo è quello di integrare i servizi in modo da soddisfare al meglio le esigenze di acquisto delle Pubbliche Amministrazioni", continua la nota.
"Un caso eclatante lo definisce Fiorini - eppure la Consip ha, più o meno coscientemente, discriminato i Lavoratori Pubblici, ledendo dunque Diritti Costituzionalmente garantiti alla Salute e Sicurezza sul Lavoro garantito dall’Art. 32 della stessa, creando un Gruppo di Lavoratori A – Totalmente Garantito – ed un Gruppo di Lavoratori B – privati delle stesse tutele. Infatti il limite di adesione all’AQ per le sole Amministrazioni, capaci di emettere Ordinativi con valori uguali o maggiori delle soglie comunitarie (143milaeuro per le Amministrazioni Centrali e 221milaeuro per le Amministrazioni Periferiche) , contraddice costituzionalmente il diritto di ciascuna amministrazione pubblica (e, di conseguenza di ogni lavoratore) di godere di equo trattamento, per capacità professionali offerte, soluzioni organizzative, garanzie e livelli di qualità delle prestazioni, tempistiche di gestione dei procedimenti di affidamento, semplificazione amministrativa, quasi esistessero lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, e dire che Consip, in altre situazioni, ha trovato una soluzione assai facile: nell’AQ del Facility management, come in quello di Pulizie Uffici, le PA di piccole dimensioni non vengono escluse, ma gestite in Lotti specifici (elemento dimensionale come discriminante nella composizione dei lotti).
"E questo ha portato all’esclusione, dai servizi di qualità per la "Salute e la Sicurezza sul Lavoro", di oltre 1000 Amministrazioni (da sempre aderenti agli stessi servizi di Consip) e di oltre due milioni di lavoratori del Pubblico Impiego, oggi, con la sequela di infortuni e morti sul lavoro, che ogni giorno affligge il nostro paese, una simile scelta è non solo incomprensibile ma assolutamente censurabile senza contare che, non ponendo limiti al di lotti aggiudicabili da ciascun concorrente è venuta meno proprio la ratio sottostante alla scelta di suddividere l’appalto in lotti ovvero quella di favorire la massima partecipazione ed in particolare, quella delle micro, piccole e medie imprese", conclude la nota.