L’industria alimentare è oggi al primo posto dei settori manifatturieri per valore del fatturato 193 miliardi) e al secondo posto sia per numero di imprese che di addetti (464 mila) oltre 60mila imprese. Nel 2023 il valore delle esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande è stato pari a 53,4 miliardi di euro, mentre l'export del Made in Italy si è attestato a oltre 380 miliardi di euro, più di due terzi del totale del valore dell’export italiano nell’anno indicato.
Quasi il 91% dei cittadini definisce i prodotti Made in Italy come espressione dell’orgoglio italiano e, con riferimento al nostro cibo, il 94% degli italiani è convinto sia uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo. L’84,9% degli italiani è convinto che occorra innalzare barriere alle merci che arrivano da Paesi con regole sanitarie, sociali e di sicurezza inadeguate rispetto a quelle imposte alle imprese Ue.
"Il settore alimentare è la prima industria del Paese. Quest'anno ha raggiunto un risultato record - quasi 200 miliardi di fatturato e 53 miliardi di export - e in 10 anni ha raddoppiato l'export. Risultati veramente straordinari, ma soprattutto, si conferma la grande fiducia della popolazione italiana verso l'industria alimentare, con 9 italiani su 10 che mostrano di avere fiducia per quello che fanno per il Paese", ha spiegato Paolo Mascarino, Presidente di federalimentare.
"E' il momento di cambiare rotta alla politica industriale ed economica europea. Dobbiamo passare dall'Europa dei consumatori, che sviluppa i consumi realizzati in altri continenti, anche in violazione degli standard sociali e ambientali di noi europei, all'Europa dei
produttori, che incentiva e sostiene le imprese ed il lavoro europei", ha sottolineato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
"L'Europa deve raccogliere la sfida - ha proseguito Urso - e seguendo l'insegnamento degli Stati Uniti puntare con decisione a una politica industriale assertiva, sorretta da una politica finanziaria comune e tutelata da una politica commerciale che protegga l'impresa e il lavoro europeo da chi realizza prodotti in violazione degli standard, approfittando della buona volontà di noi europei".
Ricordando la crescita "impetuosa" dell'export alimentare, il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha spiegato che bisogna "essere consapevoli di quanto valiamo, per orgoglio, a soprattutto perché ci permette di investire su noi stessi, su questa grande nazione che nel tempo ha accumulato conoscenze, che ha grandi potenzialità da utilizzare e da sfruttare, con tutti i nostri ambiti di produzione e di trasformazione che vengono considerati eccellenze in termini di qualità".
"L'unico timore per questo settore è che nel lungo termine non abbia un ricambio generazionale ed è per questa ragione che bisogna anche investire nel ricambio generazionale, fare in modo che i giovani portino avanti le produzioni, perché altrimenti il nostro potenziale, il nostro valore aggiunto, rischia di perdersi, le aree interne si spopolano e molti non porteranno avanti volentieri le aziende che i nonni o i genitori gli hanno lasciato", ha affermato Mirco Carloni, Presidente Commissione Agricoltura della Camera, ricorando la recente approvazione di una legge che punta a tutelareil settore agroalimentare.