"Il piano, per quanto riguarda il raggiungimento del primo obiettivo, prevede uno stanziamento tra il 2025 e il 2027 di 1,5 miliardi essenzialmente destinato a sostenere gli investimenti dell'Industria bellica Europea e la ricerca in cooperazione e a fornire un sostegno finanziario alle piccole e medie imprese europee europee nella industrializzazione delle tecnologie militari – ha sottolineato –. Per quanto riguarda invece il secondo obiettivo la Commissione nel piano invita gli stati membri ad un maggior coordinamento affinché entro il 2030 almeno il 40% degli acquisti relativi alla difesa venga effettuato da consorzi di industrie europee e che entro la stessa data, almeno il 50% di questi acquisti avvenga all'interno dell'Unione Europea". "Da evidenziare a questo proposito – ha aggiunto l'economista – che attualmente gli acquisti congiunti non arrivano al 20% e che nel biennio passato L'Unione Europea ha comprato il 65% degli equipaggiamenti militari da aziende leader americane e l'80 da paesi extra Unione Europea".
"Non c'è dubbio che la proposta della Commissione sia un primo tassello verso una difesa Europea più efficiente. Tuttavia, è ancora troppo poco", ha affermato Ferretti. "In sostanza si tratta di una dichiarazione di intenti, di una comunicazione di orientamento, destinata poi a scontrarsi con gli individualismi dei singoli paesi. Per dare un'idea di questi individualismi, attualmente nell'Unione Europea si producono 17 modelli di carri armati e 20 modelli di caccia e, spesso, per ogni armamento vengono acquistate quattro o cinque tipologie diverse", ha sottolineato.
"Non solo, la Germania, che ha varato 2 anni fa un piano di potenziamento delle proprie forze armate da 100 miliardi, ha di recente ribadito che la difesa deve rimanere una responsabilità nazionale, come a difendere l'autonomia della propria industria bellica da un abbraccio considerato troppo caloroso da parte dell'Unione Europea", ha aggiunto l'economista. "Per non parlare poi delle cifre in ballo: 1,5 miliardi in 3 anni – ha proseguito –. Basterà ricordare a questo proposito che, di recente, il Commissario europeo Breton ha indicato in 100 miliardi l'investimento necessario per rafforzare efficacemente l'industria bellica europea".
"Purtroppo – ha concluso Andrea Ferretti – nella proposta della Commissione ogni riferimento alla possibilità di finanziare il rafforzamento della Difesa Europea attraverso le emissioni di eurobond è di fatto sparito. Dunque, in sintesi, la strada è quella giusta ma è ancora troppo poco per le sfide che ci attendono.