(Teleborsa) - Tutto rinviato a giugno per un taglio dei tassi da parte della BCE. La Presidente Christine Lagarde nella conferenza stampa seguita alla riunione del Board ha confermato che persistono "pressioni inflazionistiche interne", pur in uno scenario di deflazione, e che occorrerà valutare attentamente i dati nei prossimi mesi. Maggiore certezza ci sarà ad aprile e "molto di più a giugno" e con questa indicazione la numero uno di Francoforte sembra aver dato una chiara indicazione su un taglio dei tassi alla fine del primo semestre.
Ma cosa ne pensano gli analisti?
"Da quando la BCE si occupa di definire i tassi d'interesse per l'Eurozona, li ha abbassati 21 volte, e mai quando l'inflazione core era al di sopra del 2,2%. Oggi l'inflazione core è al 3,1% e non scenderà sotto il 2,2% prima dell'estate. A meno che non si verifichi un imprevisto che influisca sulla crescita o sulla stabilità finanziaria". commenta Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings, dicendosi convinti che "un taglio dei tassi della BCE a giugno è quindi lo scenario più probabile."
"Come ci aspettavamo, la BCE rimane in attesa e mantiene la sua posizione di dipendenza dai dati, riunione per riunione. Dalla fine dell'anno scorso i mercati hanno escluso una sostanziale quantità di tagli dei tassi. Le valutazioni attuali sembrano molto più ragionevoli, e non più lontane dalla nostra linea di base", commenta Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO. "Una volta che la BCE inizierà a tagliare i tassi -à prosegue l'analista - crediamo che procederà con cautela con convenzionali step di 25 punti base. Ci aspettiamo tre tagli dei tassi quest'anno, a partire da giugno o più avanti. La chiave è l'andamento dei salari".
Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, nota che "la BCE si mostra quindi riluttante a dichiarare una vittoria prematura contro l’inflazione, come sottolineato anche dal capo economista Philip Lane", ma "la prossima riunione, in calendario per l’11 aprile, potrebbe fornire nuove indicazioni utili sulle future mosse dei policymaker, con importanti risvolti sui mercati e sulle attese degli investitori". "Con un’inflazione ancora oltre i livelli target e una dinamica salariale incerta sottolinea l'esperto - la BCE sembra destinata a navigare a vista, mantenendo un approccio prudente alla politica monetaria".
"a Presidente ha fatto un accenno più esplicito alla tempistica del primo taglio, dicendo che "ne sapremo un po' di più ad aprile, ma ne sapremo molto di più a giugno". Questo è il massimo che può fare in termini di segnalazione del primo taglio, aggiungendo che i prezzi di mercato sembravano convergere per il meglio", spiega Frederik Ducrozet, Head of Macroeconomic Research di Pictet Wealth Management, chiarendo che "l'incertezza, tuttavia, rimane legata al ritmo dell'allentamento una volta avviato il ciclo"e si prevede che "la BCE si muoverà con cautela nel 2024, probabilmente facendo una pausa a luglio dopo il taglio di giugno e passando a un ritmo di allentamento di 25 punti base per riunione a partire da settembre".
"La lettura congiunta della revisione al ribasso delle stime di inflazione e delle parole della Lagarde, confermano l'ipotesi che la stagione dei tagli dei tassi inizierà non prima dei dati sui salari di fine aprile. Pertanto, l'ipotesi delineata nell'outlook per la BCE (ed anche per la Fed) di 4 tagli nel 2024 a partire da giugno (eventualmente la partenza sarebbe rinviata al massimo a luglio) rimane confermata", conferma Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte.
Le implicazioni per i mutui
Ogni rinvio del taglio dei tassi avrà implicazioni diverse per le famiglie con un mutuo. Per gli esperti del settore "i tempi sembrano davvero essere quasi maturi per un taglio dei tassi di interesse e una conseguente normalizzazione del mercato".
Per Mutuionline "oggi il tasso fisso è una soluzione ottimale, con la possibilità di ottenere TAN poco superiori al 2,50% in caso di soluzioni "green"; si tratta di un costo inferiore alla media dei tassi fissi tra il 2014 e il 2018, che si è attestata al 2,78%. E se in futuro i tassi si abbasseranno ulteriormente, si potrà sempre valutare la surroga.
Le simulazioni di MutuiOnline.it confermano significativi risparmi nelle offerte rispetto a un anno fa: per un mutuo ventennale da 160.000 € richiesto da un quarantenne residente a Milano, a marzo 2023 il miglior tasso fisso costava il 3,60% e aveva una rata di 936 euro, mentre ora costa il 2,73% con una rata di 866 euro. Oggi considerando anche le offerte green il tasso scende ulteriormente al 2,55% e la rata mensile a 852 euro. In pratica si risparmiano tra i 16.800 e i 20.200 euro di interessi totali.
La stessa simulazione porta a risultati completamente diversi se si analizzano i mutui a tasso variabile: un anno fa il miglior mutuo a tasso variabile aveva un Tan del 3,30% con una rata di 912 euro, mentre ora la rata è salita a 1.033 euro e il Tan al 4,74%. Nell’ipotesi di una discesa dell’Euribor come da previsioni, la rata arriverebbe a 941 €, ben 92 € in meno rispetto a oggi ma ancora più alta rispetto un anno fa.
BCE offre un chiaro segnale per un taglio a giugno: le implicazioni sui mutui
07 marzo 2024 - 20.12