(Teleborsa) - Il Governo sta lavorando ad un "divorzio consensuale" da ArcelorMittal. E' quanto trapela dall'incontro di questa sera a Palazzo Chigi, fra Governo e sindacati sull'ex Ilva. Per il Governo sono presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e i ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, del Lavoro Marina Calderone, degli Affari europei Raffaele Fitto e, in collegamento video, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Per i sindacati sono presenti tra gli altri i leader di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella.

L'incontro deve servire a fare il punto della situazione, dopo il botta e risposta fra il governo, che si è detto disponibile a sottoscrivere un aumento capitale dal 320 milioni di euro e salire al 66% del capitale tramite Invitalia, ed il socio privato ArcelorMittal che, a fronte di questa prospettiva, ha auspicato una condivisione della governance.

"Non partecipiamo al rimpallo delle responsabilità della politica. Siamo qui per continuare quello che stiamo facendo da mesi per un salvataggio su basi nuove", ha affermato il leader della Fim-Cisl, Roberto Benaglia, chiarendo "stasera non ci aspettiamo colpi con la bacchetta magica, ma c'è bisogno che si costruiscano le condizioni per una soluzione".

Per il leader della Fiom Michele De Palma serve "la garanzia occupazionale di Taranto e degli altri stabilimenti" e "la tutela degli impianti, della produzione e la transizione".

"Siamo qui per capire quali sono gli scenari", ha affermato il segretario della Uilm Rocco Palombella aggiungendpo "secondo noi ce n'è uno solo, molto chiaro: Arcelor Mittal, e tutti spero si siano convinti, non c'è più, ha buttato la maschera. Non ha più la fiducia. Il Governo ci dica cosa intende fare, come converte i 680 milioni in aumento di capitale".

Sull'Ilva si è espresso anche il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che ha ricordato "è da quattro anni che continuo a dire che questo Paese deve decidere se l'acciaio è qualcosa di importante o meno. "Tutti hanno rimandato in là la palla. Si è trovato soluzioni per comprare tempo. Oggi però i nodi vengono al pettine", afferma il numero uno di Confindustria, spiegando che la nazionalizzazione "ha un senso se si ha un progetto industriale per il futuro", se "è un ponte per una soluzione futura industriale", ma se serve solo per risolvere il problema elettorale del territorio "allora questo non va bene".

Il titolare del Mimit Adolfo Urso questa mattina aveva riferito in Parlamento sul caso Ilva, affermando che "urge un intervento drastico" per il rilancio dell'Ila e del settore siderurgico e l'assunzione di una "responsabilità condivisa" per salvaguardare l'occupazione. Sul tema è intervenuta anche il Ministro Calderone, sottolineando che la priorità del governo è la salvaguardia occupazionale.