(Teleborsa) - Via libera del CdM al decreto Milleproroghe, ad altri quattro decreti attuativi della Riforma fiscale e ad un decreto ad hoc sul Superbonus al 110%, che è stato oggetto di un patteggiamento all'interno della maggioranza in un pre-vertice a Palazzo Chigi.
Il Superbonus al 110% resta, ma in via selettiva per le famiglie a basso reddito, e viene introdotta anche una sanatoria per tutti coloro che non avranno completato i lavori entro il 31 dicembre 2023. Lo prevede un accordo raggiunto in seno alla maggioranza, nel corso del vertice di questo pomeriggio, a seguito del pressing dei deputati di Forza Italia. L'incontro richiesto dal vicepremier Antonio Tajani ha visto la partecipazione, fra gli altri, del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e di alcuni tecnici.
Il Superbonus al 110% resterà dunque per le famiglie con Isee basso, fino a 15.000 euro per un single, che potranno proseguire e concludere i lavori di ristrutturazione entro il 2024. I nuclei con Isee più alto potranno proseguire i lavori il prossimo anno, ma lo sgravio fiscale sarà ridotto al 70%.
Introdotta anche una sanatoria, che mette in sicurezza tutti coloro che non avranno completato i lavori entro il 31 dicembre 2023, i quali non dovranno restituire le somme già ottenute, ma potranno usufruire del 110% per i lavori già effettuati e non ancora completati.
Non è passata invece la proposta di un Sal (stato avanzamento lavori) straordinario al 31 dicembre 2023, che avrebbe consentito di beneficiare del 110% anche per i lavori effettuati entro la fine dell'anno, ma non compresi nei Sal precedenti. Una misura che, secondo il parere dei tecnici, non sarebbe stata compatibile con il bilancio dello Stato.
Oltre al Superbonus, il CdM stasera ha approvato in via definitiva altri quattro decreti legislativi attuativi della Delega fiscale. I quattro decreti riguardano, nello specifico, il nuovo adempimento collaborativo, il contenzioso tributario, lo Statuto del contribuente e la prima applicazione della Riforma dell'Irpef, che prevede per il 2024 la riduzione degli scaglioni da 4 a 3.
La riforma dell'Irpef in particolare prevede l'accorpamento dei primi due scaglioni fino a 28.000 euro, con applicazione di una aliquota al 23%, poi uno scaglione fino a 50.000 euro con aliquota invariata al 35% ed uno oltre 50.000 euro con aliquota ferma al 43%. Per i redditi sopra 50.000 euro, è però prevista anche una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, eslcuse le spese sanitarie, che va progressivamente a neutralizzare il beneficio di revisione delle aliquote.
"Il 2023 si chiude con un bilancio più che positivo per quel che riguarda il processo di attuazione della riforma fiscale", afferma in una nota il Vice Ministro dell'Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, aggiungendo "prosegue dunque a ritmo incessante l'azione di governo su questo fronte. Stiamo rispettando gli obiettivi temporali che ci eravamo dati subito dopo l'approvazione della legge delega, in agosto. L'obiettivo che ci poniamo nel 2024 è quello di dare continuità alla nostra azione di governo, completando l'attuazione di una riforma che l'Italia aspetta da oltre mezzo secolo".
Quanto al decreto Milleproroghe, è stata stralciata la norma sulle agevolazioni fiscali agli sportivi che rientrano dall'estero. "Non è stata fatta una deroga per alcuni mesi. Se ne è parlato ma poi si è deciso di non fare nulla", ha confermato Tajani al termine del CdM.
Da Superbonus 110% "selettivo" a Riforma Irpef: le decisioni del CdM
Via libera anche al decreto Milleproroghe
28 dicembre 2023 - 19.54