(Teleborsa) - “La categoria dei dottori commercialisti vive un momento delicato tra la mancanza di una reale semplificazione fiscale e l’aumento delle responsabilità. È una professione diventata poco attrattiva, con una crescita percentuale di iscritti dello 0,01% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Che all’esterno ha un’accezione negativa ed è alle prese con l’assenza di tariffe e di un adeguato ritorno economico, oltre all’insostenibilità del calendario fiscale”. Lo ha affermato Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contatili, nel corso del XVII Forum dei Giovani Commercialisti, dal titolo “Il commercialista in equilibrio tra ruolo e responsabilità”, presso l’Auditorium Antonianum di Roma.

“Chiediamo da anni l’eliminazione di adempimenti inutili e ridondanti – spiega Cataldi –. Se questo non dovesse ancora avvenire, non per colpa nostra, sarà necessario che le nuove attività, che ricordiamo essere troppo spesso a basso valore aggiunto per i professionisti, non gravino più sui commercialisti: non è più possibile continuare ad accollarsi il costo di questi adempimenti”. Al primo Forum da presidente dell’Unione, Cataldi insieme alla nuova Giunta ha presentato anche il progetto Uni.Co (Università e Commercialisti), che si pone l’obiettivo di portare i professionisti negli Atenei per sensibilizzare gli studenti e spiegare loro le opportunità offerte dal mondo della professione.

All’incontro è intervenuto il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo: “I dottori commercialisti dovranno svolgere un ruolo importante nel nuovo rapporto tra fisco e contribuente. Un rapporto che andrà in due direzioni: concordato preventivo biennale per i soggetti che hanno un ammontare di ricavi inferiori ai 5 milioni e 100 mila euro e la cooperative compliance per le imprese più strutturate. Poi c’è la fascia di imprese centrale che potrà presentare il tax control framework, rappresentando i rischi fiscali per avere importanti effetti premiali. Tutto è orientato verso un nuovo approccio tra fisco e contribuente con nuovi meccanismi che aiutino a contrastare l’evasione fiscale anche grazie alla tecnologia. In questo contesto i commercialisti saranno “cinghia di trasmissione” tra amministrazione finanziaria e cittadini”.

A proposito di nuove tecnologie e intelligenza artificiale, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto ha affermato come occorra “rivendicare la necessità dei commercialisti (e in generale dei corpi intermedi) nella società. Professionisti che possano affermare il proprio pensiero e la propria creatività è una grande sfida che non possiamo permetterci di perdere”.

L’onorevole Andrea De Bertoldi ha rimarcato: “Tante responsabilità ma anche un ruolo sempre più importante per i commercialisti. Il governo ha già dato una risposta con la legge sull’equo compenso. Ma responsabilità vuol dire anche prospettive di funzioni esclusive anche per la sussidarietà nei confronti della pubblica amministrazione. Una categoria efficace ed efficiente a 360 gradi”.

Elbano De Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, ha sottolineato come sia evidente “la riconquista della categoria in termini di immagine di soprattutto di interazioni con il mondo politico. Siamo in sintonia con l’attività di un governo che ascolta le nostre istanze e ci coinvolge. C’è il pieno raggiungimento dell’obiettivo dei professionisti al servizio del Paese”.

Per Francesco Savio, presidente Fondazione Centro Studi Ungdcec, “serve un giusto equilibrio tra il ruolo e le responsabilità del commercialista. Siamo alla vigilia di importanti novità per la categoria, ci attendiamo che la politica dia risposte certe in termini di quantificazione delle responsabilità”.