(Teleborsa) - Da falco a colomba in un batter d'ali. Powell ha sorpreso ancora una volta i mercati, che attendevano un atteggiamento più prudente rispetto ai futuri "scontati" tagli dei tassi d'interesse. E invece la Fed ne ha segnalati tre a partire dalla primavera. "E' presto per cantare vittoria”, ha avvertito Powell nella in conferenza stampa, riferendosi ad uno scenario di atterraggio morbido con bassa inflazione ed un'economia non in recessione, ed ha aggiunto "siamo pronti a un ulteriore inasprimento se necessario”.

Il Presidente ha poi ammesso "la Fed è convinta che i tassi d’interesse siano al massimo o vicino al massimo per questo ciclo" e che "la discussione sui tagli è solo all’inizio”. Ed ha aggiunto che la Fed è disposta a tagliare i tassi anche se l’economia americana non dovesse precipitare in una recessione nel 2024, in quanto "potrebbe essere solo un segno che l’economia si sta normalizzando e non ha bisogno di politiche restrittive".

"Nel complesso, lo sviluppo del mercato del lavoro è stato molto positivo. È stato un buon momento per i lavoratori per trovare lavoro e ottenere solidi aumenti salariali", ha ricordato Powell, notando che c'è "una crescita dell’occupazione ancora forte, ma che sta tornando a livelli più sostenibili". "L’era di questa frenetica carenza di manodopera è alle nostre spalle", ha aggiunto e "i salari sono ancora troppo alti".

"La discesa dell’inflazione senza eccessi di disoccupazione è una buona notizia", ha sottolineato Powell, avvertendo però che i prezzi "rimangono troppo alti” e quindi il Comitato "procederà con cautela restando pronto ad ogni evenienza".

Il FOMC ieri ha mantenuto i tassi d'interesse fermi per la terza volta consecutiva in una banda di oscillazione tra il 5,25% ed il 5,50%, ma il dot plot della Fed, ovvero il grafico che indica le preferenze die banchieri, ha segnalato la probabilità di tre rialzi dei tassi l'anno prossimo, altri quattro nel 2025 e tre nel 2026. I membri del board hanno anche stimato che il tasso di riferimento dovrebbe scendere ad un intervallo tra il 4,5% e il 4,75% l'anno prossimo, mentre il tasso mediano è visto al 3,6% nel 2025 ed al 2,9% nel 2026.

La riunione del FOMC questa volta precede di un giorno quella della BCE, che oggi dirà la sua sulla politica monetaria dell'Eurozona, con una grande differenza: l'economia europea cadrà quasi sicuramente in recessione e l'ipotesi di atterraggio morbido è più remota. Cosa aspettarsi allora dall'Eurotower?

Gran parte degli analisti prospetta che la BCE mantenga un atteggiamento cauto rispetto a futuri tagli dei tassi, come si pensava per Powell, ma così non è stato e l'atteggiamento è sembrato anche più audace del previsto.

"È probabile che la BCE rimanga cauta riguardo alle prossime mosse e sottolinei i fattori che sta tenendo monitorati, come la crescita dei salari e gli effetti base legati ai prezzi dell'energia", commenta Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, aggiungendo "le aspettative degli investitori di un taglio dei tassi già a marzo sembrano eccessive, e quindi il significativo calo dei tassi a lungo termine che si è recentemente registrato rimane fragile".

"Rimaniamo scettici sul fatto che la BCE taglierà i tassi così presto come il mercato sta prezzando", afferma Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, ricordando che il mercato ptrezza già sei tagli il prossimo anno a partire da marzo, ma "le prospettive sull'inflazione sottostante rimangono incerte".