(Teleborsa) - Il nuovo testo della presidenza spagnola di turno dell'Ue sulla riforma del Patto di stabilità è allo studio degli Stati Ue e, dopo il compromesso proposto da Madrid nella notte di venerdì, si attende ancora per capire l'agenda dei prossimi giorni. Ovvero se servirà un Consiglio Ecofin straordinario, e se in presenza o solo in video conferenza, o se basteranno gli incontri tra ambasciatori, considerato anche che è scontato un qualche confronto sul tema da parte dei leader dell'Ue a margine del Consiglio europeo di giovedì 14 e venerdì 15. Le valutazioni del nuovo compromesso spagnolo vengono fatte dai 27 sia da un punto di vista legislativo e sia sul possibile impatto economico del nuovo quadro. E già oggi intanto il nuovo testo è arrivato all'esame dei consiglieri economici delle diverse rappresentanze diplomatiche Ue a Bruxelles.
Il nodo sul Patto, dopo il lungo negoziato nella notte tra giovedì e venerdì, resta il punto aggiunto dalla presidenza spagnola, dopo la mediazione triangolata da Parigi, Berlino e Roma. Riguarda la parte correttiva del Patto, quella per i Paesi che sforano le regole fiscali. L'idea sarebbe prevedere che nell'aggiustamento strutturale annuo dello 0,5% del Pil per i Paesi in procedura per deficit eccessivo per un periodo transitorio (dal 2025 al 2026) la Commissione europea possa tener conto degli interessi sul debito nel calcolo dello sforzo fiscale chiesto agli Stati. Sono in particolare sette i Paesi a cui il punto non piace per nulla, con la richiesta che il calo del deficit sia il più rapido possibile. Si tratta di Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Repubblica Ceca e Svezia, ma anche loro starebbero valutando il nuovo compromesso secondo quanto filtra da fonti diplomatiche.
"Il tema per noi è degli investimenti. Dopo di ché la trattativa è aperta, noi stiamo portando avanti un approccio pragmatico e credo che non si possa dire di sì a un patto di stabilità che nessuno Stato potrebbe rispettare perché non sarebbe serio da parte nostra. Io vedo spiragli per una soluzione seria che tenga conto del contesto in cui operiamo". È quanto ha affermato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento in collegamento alla presentazione del PhotoAnsa 2023 svoltasi oggi al museo Maxxi di Roma. "Noi – ha chiarito Meloni commentando i negoziati sul patto di stabilità – stiamo portando avanti un approccio molto pragmatico e posizioni costruttive. L'unica cosa che non ci si può chiedere di fare è di dire di sì a un patto di stabilità che non dico questo governo, ma nessun governo italiano potrebbe nel caso rispettare, perché non sarebbe serio da parte nostra. Io vedo spiragli. Siamo al lavoro per una soluzione seria che tenga conto del contesto in cui operiamo".
In Ue, sul patto di stabilità, – ha proseguito la presidente del Consiglio – l'Italia sta tenendo una posizione che non è il tentativo di modificare il patto per spendere liberamente, abbiamo dimostrato la serietà con cui affrontiamo le materie di bilancio. La questione che poniamo va nell'interesse dell'Italia e dell'Ue. La riforma del patto di stabilità non è specificamente uno dei punti all'ordine del giorno del consiglio europeo. C'è stato un Ecofin che ha rinviato a un'ulteriore riunione dell'Ecofin la decisione definitiva. Ma è il tema che ci impegna di più, è una trattativa molto serrata e penso che la posizione italiana sia chiara, viene compresa e rispettata. Non so fino a dove si arriverà nel tentativo di trovare una sintesi fra posizioni distanti che in partenza sono distanti".