(Teleborsa) - Allungo al ribasso per lo Spread, termometro del rischio Paese, che si è portato a 172 punti questa mattina (-2,17%), grazie alla decisione di Moody's di confermare il rating sovrano dell'Italia con "Baa3", un livello di investment grade, e migliorare l'outlook da negativo a stabile.
A spingere al ribasso lo Spread ha contribuito soprattutto il calo del rendimento del BTP, che si attesta al 4,32%, incorporando un minor rischi Paese, mentre il rendimento del Bund tedesco sosta al 2,6%.
La conferma del rating - sottolinea Moody's - è supportata dai notevoli punti di forza dell'economia italiana, tra cui il robusto settore manifatturiero, l'elevata ricchezza delle famiglie e il basso indebitamento del settore privato". E, infatti, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che il rating "è una conferma che, seppure tra tante difficoltà stiamo operando bene per il futuro dell’Italia".
L'agenzia di rating ha poi motivato la decisione di migliorare l'outlook sul rating, spiegando che "riflette una stabilizzazione delle prospettive della forza economica del paese, la salute del suo settore bancario e la dinamica del debito pubblico".
"Le prospettive economiche a medio termine continuano a essere supportate dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) - sottolinea l'agenzia - mentre i rischi per le forniture energetiche si sono ridotti, in parte grazie alla forte azione politica del governo. Anche i miglioramenti nel settore bancario sostengono la crescita economica. A sua volta, l'attesa di una crescita positiva e sostenuta del PIL nei prossimi anni riduce il rischio di un deterioramento significativo e rapido della forza fiscale".
Moody's individua però anche delle fragilità nella limitata capacità istituzionale di ottenere miglioramenti strutturali della crescita derivanti dall'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR. Inoltre, dal momento che un consolidamento fiscale ampio e duraturo sarà politicamente impegnativo, l'agenzia ritiene che il peso del debito italiano rimarrà molto elevato, limitandone la forza fiscale.
L’ipotesi di base di Moody's è che il peso del debito italiano rimarrà intorno al 140% del PIL nei prossimi anni, mentre l’accessibilità del debito si indebolirà gradualmente con l’aumento del costo del nuovo debito.
Il rating dell’Italia tiene conto anche del sostegno al credito da parte della Banca Centrale Europea (BCE) e dell’impegno di usare tutti gli strumenti disponibili per rispondere ai forti aumenti dei tassi di interesse. Il rating quindi comprende anche le carenze in termini di efficacia politica dell’Italia, che mantengono il suo profilo di credito dipendente dall’esistenza di un sostegno credibile da parte della BCE.