Walsh ha rincarato la dose riferendosi agli aumenti applicati da aeroporti europei e fornitori di servizi di navigazione aerea, citando in particolare gli scali di Londra Heathrow (+56%) e Amsterdam Schiphol (+37%).
Aci Europe ha replicato che la tesi della Iata si riferisce a due soli aeroporti e non corrispondono alla realtà, specificando che nel 2023 i diritti aeroportuali in Europa sono aumentati del 13,6%, mentre nel corso dell’estate le tariffe delle compagnie aeree europee sono cresciute del 38% rispetto al 2019.
Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, ha reclamato la precisione dei dati, sottolineando che “molti aeroporti non hanno ancora adeguato i loro diritti d’utenza alla pressione inflazionistica, che le autorità di regolamentazione non considerano, così come non tengono conto delle perdite maturate con il Covid, che hanno ridotto le capacità di investimento degli aeroporti".
Nella sua replica, Jankovec aggiunge che 'il mercato europeo delle compagnie aeree è cambiato strutturalmente durante la pandemia e la ripresa, ed è fondamentale che i responsabili politici e le autorità di regolamentazione vedano ora questi cambiamenti e ciò che ci aspetta. In particolare, l’accelerazione del consolidamento delle compagnie aeree e il raggiungimento dei limiti di capacità da parte degli aeroporti metteranno a dura prova la nostra capacità di gestione del traffico aereo'.