(Teleborsa) - L'Unione europea non ha compiuto quest'anno progressi significativi nel miglioramento dell'efficienza dei propri mercati dei capitali, particolarmente in termini di competitività globale. In particolare, l'accesso ai finanziamenti di mercato per le imprese è peggiorato, l'ammontare dei crediti trasformati in veicoli del mercato dei capitali quali la cartolarizzazione è notevolmente diminuito, l'integrazione all'interno dell'UE è leggermente regredita, mentre l'ammontare dei risparmi delle famiglie destinati agli strumenti del mercato dei capitali non ha mostrato alcun progresso significativo. È quanto emerge dal report annuale dell'Associazione per i mercati finanziari in Europa (AMFE), in collaborazione con altre undici organizzazioni europee e internazionali.

Il rapporto evidenzia che quest'anno si è registrato un calo della competitività internazionale dei mercati dei capitali dell'UE. L'indicatore della competitività globale di AFME segnala che l'UE e' ancora in notevole ritardo rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti, la liquidità del mercato e le capacità finanziarie digitali. Questo risultato segue, tuttavia, un anno eccezionale, il 2021, quando le emissioni dell'economia e del mercato dei capitali UE sono state sostenute da misure normative e politiche monetarie per favorire la ripresa dalla pandemia di Covid-19.

Su base annua, l'indicatore generale dell'accesso ai finanziamenti per le imprese ha evidenziato un leggero miglioramento, ma questo segue un 2022 particolarmente negativo e resta al di sotto dei livelli pre-pandemia. Per le piccole e medie imprese (PMI), l'accesso al capitale è diminuito negli ultimi 12 mesi per tutti i settori dai finanziamenti early-stage, al private equity e al crowdfunding. Anche le IPO sono state limitate, proseguendo una tendenza ormai a lungo termine.

L'UE mantiene saldamente la sua posizione di leader mondiale nella finanza sostenibile. Una chiara dimostrazione di ciò è il crescente mercato delle emissioni obbligazionarie legate ai criteri ESG che hanno raccolto 206 miliardi di euro nel primo semestre del 2023, con un aumento pari al 18% annualizzato rispetto al 2022. In questo quadro, la popolarità delle obbligazioni verdi è in crescita e le emissioni sono aumentate del 32% su base annua.

Italia indietro nella competitività

Tra i Paesi dell'UE, l'ecosistema del mercato dei capitali italiano si è classificato al 9° posto nell'indicatore di competitività di AFME che considera molteplici fattori alla base di un mercato dei capitali efficiente e ampio, quali, ad esempio, afflusso di capitale , liquidità del mercato, accesso al capitale, digitalizzazione e sostenibilità. Tra gli Stati membri dell'UE, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Francia, Irlanda, Germania, Finlandia e Cipro precedono l'Italia nella classifica.

Negli ultimi cinque anni, il progresso più notevole in Italia è stato nella transizione verso un'economia sostenibile e digitale. I progressi nello sviluppo dell'afflusso di capitale a livello locale e nella costituzione di mercati azionari più liquidi sono stati modesti.

Italia leader nelle IPO

L'Italia ha registrato il maggiore volume di emissioni di IPO tra i Paesi dell'UE nella prima metà del 2023, pari al 70% delle emissioni di IPO complessive dell'UE durante questo periodo. I proventi delle IPO per 1,2 miliardi di euro sono stati emessi da società italiane, con un aumento del 66% rispetto al 2022.

L'Italia è stata uno dei tre Paesi dell'UE (assieme alla Danimarca e alla Polonia) che non hanno registrato un calo annualizzato dell'emissione di IPO.

In Italia, l'emissione totale dei mercati dei capitali (obbligazioni e azioni) da parte delle società non finanziarie è aumentata del 43% rispetto al 2022. Questo è dipeso dalle consistenti emissioni di obbligazioni investment grade e high yield, con volumi azionari in calo a seguito del crollo delle emissioni secondarie di titoli societari italiani.