(Teleborsa) - "Con il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi abbiamo comunicato in sede europea la decisione del Governo italiano di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia. La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità". È quanto si legge in un post diffusa dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui suoi canali social.

La dichiarazione della presidente Meloni è arrivata dopo il comunicato diffuso da Palazzo Chigi che ha spiegato che "la misura verrà attuata dal 21 ottobre prossimo per un periodo di 10 giorni, prorogabili ai sensi del Regolamento Ue 2016/339. Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci". "Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione", ha concluso.

Oltre all'Italia con i confini sloveni, ci sono Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia, che hanno riattivato i controlli su alcune loro frontiere.

Il governo ha deciso di fare ricorso alla procedura straordinaria, finalizzata al ripristino immediato dei controlli. In base al regolamento, in questo caso, la prima sospensione non può superare i 10 giorni mentre le eventuali successive proroghe possono arrivare anche a periodi di 20 giorni ciascuna, sino ad un massimo complessivo di due mesi. Raggiunto il termine massimo, è possibile attivare la procedura ordinaria, prorogando la sospensione Schengen di ulteriori quattro mesi, fino ad un totale complessivo di sei mesi.

I Paesi europei hanno già sospeso l'Accordo di Schengen 387 volte nei vari anni. L'Italia, ad esempio, vi ha fatto ricorso in occasione del G8 dell'Aquila (2009), del G7 di Taormina (2017) e del G20 di Roma (2021).