Un tema che, come ha spiegato Sebastiano Maffettone, filosofo e Direttore di Ethos, “non è rilevante solo per gli azionisti, ma anche per i cittadini e la società tutta. Perché si possa fare impresa etica e produrre reali cambiamenti anche i consumatori devono fare la propria parte, favorendo le scelte aziendali e produttive che vanno in questa direzione. È una scommessa comune: ognuno di noi deve muoversi, non è un tema solo istituzionale e giuridico come spesso si crede”. Il professore, dopo aver sottolineato come il festival sia solo il momento conclusivo di un percorso di dialogo lungo un anno con Ethos Luiss Business School, ha portato l’attenzione sui “giovani di Young Ethos, lo spin off dell’Osservatorio guidato dai ragazzi dell’Ateneo, che sono a loro volta protagonisti del Festival con panel il cui filo conduttore sono proprio le nuove generazioni”.
“Con il titolo di questa seconda edizione “Be New Be Now” vogliamo sottolineare la volontà urgente delle imprese di rinnovarsi fin d’ora e la loro capacità di essere un soggetto sociale, un intermediario per lo sviluppo di rapporti, relazioni, modalità di governo. Il festival ETHOS – ha proseguito Pittèri – si inserisce in una cornice ampia di appuntamenti culturali che, come Fondazione, offriamo al territorio, convinti che formazione e divulgazione si facciano anche così, sia attraverso incontri con professionisti ed esperti, che con momenti più leggeri di spettacolo e racconto, che pure sono presenti in questa edizione con i due spettacoli “Companies Talks – La Storia di Whatsapp” e “Che ci faccio qui” a cura di Domenico Iannacone”, sottolinea Daniele Pittèri, Amministratore Delegato della Fondazione Musica per Roma.
Il festival - chiude la nota - "ha dato spazio al ripensamento del lavoro moderno, alla filantropia, alla gestione dei dati, ai temi di genere. In programma, nei prossimi due giorni, incontri dedicati agli obiettivi ESG, alle prospettive internazionali e transculturali, alle sfide diversity & inclusion, all’innovazione e molto altro ancora".