(Teleborsa) - Il PIL del secondo trimestre 2023 è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2022. Lo comunica l'Istat in occasione della terza revisione del dato, ricordando che la stima diffusa lo scorso 1° settembre 2023 era stata di una riduzione congiunturale dello 0,4% e di una crescita tendenziale dello 0,4%.

Il secondo trimestre del 2023 - sottolinea l'Istituto - ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022.

La variazione acquisita del PIL per il 2023 è pari a +0,7%, della stessa entità di quella stimata al 1 settembre 2023.

I consumi finali nazionali registrano una stazionarietà rispetto al trimestre precedente e gli investimenti fissi lordi una diminuzione dell’1,7%. Le importazioni sono risultate stazionarie, mentre le esportazioni sono diminuite dello 0,6%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,4 punti percentuali alla variazione del PIL, mentre si è registrato un contributo positivo di 0,1 punti percentuali per i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, e apporti negativi sia degli investimenti fissi lordi sia della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP), rispettivamente di 0,4 e 0,2 punti percentuali. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito positivamente con +0,3 punti percentuali, a fronte di un apporto negativo della domanda estera netta pari a -0,2 punti percentuali.

Si rilevano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell’1,4%, dell’1,2% e dello 0,1%.