Dalla "New Wave", la nuova ondata annunciata nel 2020, ad oggi come si è evoluto lo scenario sul fronte Npl?
"Noi qualche anno fa durante il Covid abbiamo fatto delle proiezioni che erano parecchio più buie di quelle che effettivamente sono state le le conseguenze della pandemia. E questo vale anche per le conseguenze dello shock energetico, della guerra in Ucraina, dell'inflazione che è partita. La nostra economia negli ultimi 3-4 anni ha subito un susseguirsi di shock e ha, in realtà, reagito – sia in termini di PIL sia in termini di rischi nei bilanci bancari – molto bene. Alla base vi è una combinazione di motivi: sicuramente politiche fiscali espansive, cioè lo Stato ha fatto tanto; e misure straordinarie nell'ambito del Covid legate del credito, per cui tanto credito con garanzia e tanta liquidità alle imprese. Queste cose nel loro insieme, unite alla forza del tessuto delle imprese – soprattutto le pmi italiane che si sono rivelate molto più solide di quelle che avevamo nel 2012, 2013 e 2014 –, hanno fatto sì che gli shock ci sono ma lo scenario un po' fosco del 'New Wave' non si è realizzato. Noi quest'anno abbiamo proiettato queste previsioni di incremento del tasso di default a circa l'1,4% l'anno prossimo e abbiamo fatto vedere come erano sbagliate per eccesso le nostre stime dell'anno scorso. Abbiamo, quindi, condiviso la consapevolezza che sta un po' maturando presso tutti gli attori che in realtà il sistema pare un po' più forte di quello che pensavamo".
Dal "Market Watch Npl 2023-2025" presentato oggi da Banca Ifis emerge un crescente peso del mercato secondario. Quali le dinamiche alla base di questo dato?
"Il mercato secondario sta compensando un mercato primario che si sta lentamente un po' inaridendo e svuotando avendo le banche alleggerito i propri bilanci e avendo, di conseguenza, già oggi sempre meno materia prima da vendere. Il secondario sta compensando questo trend – noi vediamo 3 anni con ancora, complessivamente, 84 miliardi di euro di transazioni, cifre comunque molto importanti – per diversi motivi. Il primo è la specializzazione: stiamo vedendo, e la stessa banca Ifis è un esempio, che quegli attori che reagiscono a questo contesto lo fanno tendenzialmente specializzandosi su specifica asset class e vendendo, quindi, su un mercato secondario quello che gli interessa meno. Un secondo driver molto importante è il la presenza di gacs, quindi di cartolarizzazioni con garanzie pubbliche, che sono indietro rispetto ai propri business plan, soprattutto quelle che hanno qualche anno in più di anzianità. Questa situazione porta chi gestisce queste gacs a fare qualche vendita per accelerare un po' gli incassi e anche questo alimenta il mercato secondario in modo importante. Vediamo che ci sono dei fenomeni di riassesto che portano a una maggiore efficienza complessiva del mercato. Un mercato nel quale noi siamo ancora effettivamente acquirenti, sia su primario sia su secondario, ma anche venditori di pezzi di portafoglio che ci interessano meno".
Nell'ambito del processo di trasformazione del mercato Npl siete preoccupati dalle proposte recentemente avanzate dal governo?
"Oggi abbiamo sentito esponenti delle istituzioni, del governo, parlare di confronto, di dialogo, di costruzione di norme in modo ragionato e con modalità di ascolto, per cui noi accogliamo questo favorevolmente. Non credo, da un lato, che sia possibile dire che non si possa assolutamente mai, in nessuna circostanza, modificare qualche cosa perché si disturberebbe un mercato: non è così. Dall'altra parte siamo molto contenti di sentire questa apertura per la costruzione di qualcosa che possa evitare di danneggiare il mercato. Nel merito è davvero presto per commentare perché non abbiamo testi stabili in questo momento".
Che anno è stato per banca Ifis sul fronte delle operazioni?
"Per noi è stato un anno particolarmente impegnativo. Abbiamo fatto un po' di acquisti nella nostra normale attività di partecipazione ad aste poi abbiamo avuto una grande transazione, che stiamo in questo momento ancora completando, che è l'acquisto della società Revalea dal gruppo Mediobanca che ha 6,8 miliardi di Gross Book Value, una cosa oggettivamente molto importante. È stato, quindi, un anno che ci ha permesso di raggiungere i nostri obiettivi di acquisto del piano industriale con un anno e mezzo di anticipo. Un anno molto impegnativo".
In questo processo di specializzazione e differenziazione che, come abbiamo visto, sta a caratterizzando il mercato degli Npl in Italia voi come vi posizionate?
"Noi facciamo proprio parte di questo percorso di specializzazione sia in acquisto sia in vendita. Per quanto riguarda la specializzazione noi compriamo portafogli anche misti e poi vendiamo i pezzi che ci riteniamo un po' meno bravi a gestire focalizzandoci su small-ticket unsecured".