(Teleborsa) - Con l'avvicinarsi dell’anno nuovo e della fine del mercato tutelato dell'energia elettrica e del gas, che scatterà il 10 gennaio 2024, emergono nuove preoccupazioni per un processo che sembra ancora troppo veloce, dati i tempi, e che rischia di danneggiare ulteriormente le famiglie ed i lavoratori.

In questi giorni, si rincorrono le voci di una possibile nuova proroga della scadenza, almeno per i clienti vulnerabili, come anticipato dal Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, secondo cui il Governo starebbe “valutando" questa ipotesi, "anche perché il provvedimento di liberalizzazione nasce a livello nazionale sei anni fa, in quadro completamente diverso quando i prezzi dell’energia erano ‘incisi sulla pietra’".

In questo contesto in evoluzione, la Filctem Cgil, organizzazione sindacale rappresentativa dei settori della Chimica, del Tessile, dell’Energia, delle Manifatture, ha rimarcato le sue perplessità sull’imminente fine del regime di maggior tutela. In un comunicato diramato qualche giorno fa, gli esponenti sindacali, per bocca del segretario nazionale Ilvo Sorrentino, si sono apertamente detti “contrari al superamento della maggior tutela" ed hanno espresso "forti dubbi su processi troppo veloci che possono creare incertezza e confusione nel mercato, finendo per danneggiare clienti e lavoratori”.

La Filctem auspica un processo spontaneo in cui sia maggiormente preservata la scelta del cliente, sottolineando che "un cambiamento repentino basato su meccanismi come le aste può creare incertezze nei clienti e può avere ripercussioni sui lavoratori del settore, spostando contratti da un operatore all’altro, con le società di vendita che vedranno così variare improvvisamente i propri volumi di lavoro”. L’organizzazione sindacale auspica una transizione più morbida, che permetta alle persone di avere più tempo per organizzarsi e avere un quadro più chiaro della situazione.