"Assolutamente sì però purtroppo da mesi stiamo facendo una battaglia con il Governo e con alcuni ministeri perché stranamente siamo stati esclusi da soggetti attuatori e beneficiari delle risorse del PNRR. Questo malgrado una legge dello Stato degli anni '70 ci deleghi funzioni strategiche in materia di depurazione, fognature, viabilità. Quindi da una parte abbiamo una delega dello Stato per queste funzioni e dall'altra ci hanno escluso dal PNRR: noi, attraverso i nostri uffici, abbiamo grandi capacità e competenze per lo sviluppo dei progetti e anche per accedere ai finanziamenti e, viste le difficoltà a spendere le risorse previste dal piano, secondo me questo è un grave errore. Stiamo chiedendo continuamente al governo, e lo ripeteremo oggi in questa quattro giorni, di modificare la norma e consentire alle Asi di essere soggetti beneficiari".
Cosa comporterà l'istituzione di una 'Zes unica per il Sud' (Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno)?
"Noi, come consorzi Asi e Ficei, eravamo favorevoli all'ampliamento della Zes però la Zes unica, concepita come deciso dal ministro Fitto e dal governo – è stato ieri pubblicato il decreto – non ci convince per nulla. Negli altri paesi dove le zone franche hanno funzionato – a iniziare dalla Cina di fine anni Settanta, passando per Polonia, Bielorussia e altri paesi – non ci sono Zes così estese, ci sono porzioni di territorio depresse che hanno avuto questi benefici per attrarre investitori. Pensare di fare una Zes unica e confondere le aree metropolitane e maggiormente sviluppate con quelle depresse non credo che sia una buona cosa. Poi c'è tutto il problema legato all'accentramento, alla autorizzazione unica in capo al dipartimento di coesione. Su questa vicenda faremo battaglia: una procedura che prevede diversi passaggi, con l'approvazione dell'autorizzazione unica del più piccolo paese del Mezzogiorno che deve passare da Palazzo Chigi al dipartimento di Coesione, non mi sembra una procedura di semplificazione, tutt'altro".