(Teleborsa) - "Nel corso di questo forum si è affrontato un tema importante che è quello della pianificazione degli interventi, interventi, che vanno su molteplici assi. Il primo è sicuramente quello degli investimenti dove l'Italia è molto indietro. Investimenti che devono essere diffusi sul territorio però coordinati in una regia unica. Su questo il Governo si sta muovendo e ritengo che i passi che sono stati fatti, soprattutto negli ultimi mesi, siano molto incoraggianti. In questo come Acea siamo il primo operatore idrico nazionale e vogliamo dare il nostro contributo in una logica di pianificazione integrata, una pianificazione che superi gli ambiti locali e che abbia una dimensione quantomeno regionale e possibilmente nazionale". È quanto ha affermato l'amministratore delegato e direttore generale di Acea Fabrizio Palermo a margine del Forum Enpaia.







All'interno di questa pianificazione integrata quale ruolo per l'intelligenza artificiale e i nuovi contatori?

"L'intelligenza artificiale, che è sempre più importante a livello globale, ci sta indicando una cosa: serve sempre più acqua. Basta vedere quanta acqua consumano i server a livello mondiale e quanto sarà importante gestire questo tema. A sua volta l'intelligenza artificiale può essere molto utile per ottimizzare la gestione del ciclo idrico integrato. Noi la stiamo iniziando a utilizzare, credo che siamo avanti in questo e i risultati sono sorprendenti".

Acqua e settore agricolo. Quali le sfide su questo fronte?

"Il settore agricolo e l'acqua sono strettamente legati da sempre. In questo credo che la sfida sia sempre più quella di riutilizzare l'acqua, o meglio, di ottimizzare quella che cade perché oggi in Italia piove in modo diverso e in luoghi diversi ed è quindi necessario adeguare le infrastrutture a questo che è una sorta di cambiamento climatico e di distribuzione dell'acqua. Fondamentale è incrementare il riuso che oggi in Italia è bassissimo: utilizzare l'acqua che esce dai depuratori, che è perfettamente potabile, può aiutare a ottimizzare il bilancio idrico nazionale".

Ritiene fondamentale creare una rete idrica nazionale?

"Oggi le reti sono a livello comunale o, a volte, provinciale. Questo significa che le possibilità di utilizzo e ottimizzazione della disponibilità sono fortemente limitate da questo. Più si sviluppa una rete collegata e più si può gestire al meglio la risorsa dove c'è. Anche quest'anno ci sono state situazioni dove in alcune regioni si sono dovute aprire le dighe quando mancava l'acqua altrove. Invece di trasportarla con le autobotti, sarebbe bello avere una rete integrata".