(Teleborsa) - È in programma per domani il vertice di maggioranza in vista della manovra. È ancora sul tavolo la possibilità di un bonus carburanti, soprattutto per i redditi più bassi. In particolare, Ansa riporta che sulla misura è iniziata un'interlocuzione nell'ultimo consiglio dei ministri e non si esclude che il confronto possa prendere un'accelerazione in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri. La valutazione al momento sarebbe focalizzata sull'individuazione dello strumento più adeguato e della potenziale platea.

"Nella nostra idea il superbonus che abbiamo ereditato e ci troviamo deve servire a garantire non a chi ha la prima, seconda, terza, quarta casa, di ristrutturarsela, ma a garantire a chi non si può permettere di fare i lavori nella prima casa di poterli fare. Deve tutelare chi i lavori non se li potrebbe permettere, non chi se li può permettere e magari così non li paga", ha intanto dichiarato il sottosegretario all'Economia Federico Freni a Radio Anch'io commentando le ipotesi di una tutela per i redditi bassi. "Una tutela per i redditi più bassi vuol dire circoscrivere ulteriormente l'applicazione non tanto del superbonus quanto della cessione".

"Qui c'è un equivoco, il problema non è il superbonus ma la cessione dei crediti. Il bonus facciate ha lo stesso identico problema e anzi se guardiamo le incidenza delle frodi è anche peggio. È la cessione dei crediti il problema. Se il credito del superbonus fosse cedibile solo da chi ha redditi bassi il problema sarebbe risolto, solo che poi abbiamo dei vincoli anche costituzionali", ha aggiunto Freni.

Nel frattempo i sindacati si preparano alla mobilitazione. "Abbiamo chiesto ai lavoratori anche questo mandato, di arrivare se è necessario fino allo sciopero generale", ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini in una intervista su La Stampa rispondendo proprio ad una domanda sulla manovra. "Guardando quello che è stato fatto fino ad oggi i temi non sono risolti", ha sottolineato. "Non escludiamo nulla – ha aggiunto – non dobbiamo fare uno sciopero generale per dire che protestiamo, la mobilitazione deve provare a portare a casa dei risultati, non a caso andiamo in piazza il 7 ottobre".

"Le promesse fatte dal Governo durante la campagna elettorale ora non stanno più in piedi", ha poi attaccato Landini. "Sulle pensioni non hanno intenzione di cambiare nulla, stiamo tornando alla versione peggiore della Fornero".