(Teleborsa) - Rafforzare il gruppo delle economie emergenti, che valgono circa un quarto del prodotto interno lordo mondiale, per fare da contrappeso all'Occidente. Questo l'obiettivo del vertice dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che ha preso il via oggi a Johannesburg, in Sudafrica e terminerà il 24 agosto. Presenti i leader di Brasile, Cina, India e Sudafrica mentre il presidente russo Vladimir Putin – che parteciperà in videoconferenza per via del mandato di arresto internazionale che pende su di lui per crimini di guerra in Ucraina – ha inviato in rappresentanza del Paese il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. Sono 44, almeno secondo una lista circolata nella città sudafricana, i capi di Stato e di governo attesi all'aeroporto di Johannesburg. A Johannesburg sono arrivati anche altri circa 40 capi di Stato e di governo di molti Paesi asiatici, africani e mediorientali. Nel panorama del Sud Globale che emerge dall'elenco spiccano i tre più popolosi Paesi africani (Nigeria, con il presidente Bola Tinubu; Etiopia, con il premier Abiy Ahmed Ali; ed Egitto, col premier Mostafa Madbouly), l'ancor più popolosa Indonesia (con il presidente Joko Widodo), l'Iran (col presidente Ebrahim Raisi) e la Repubblica democratica del Congo (col premier Jean-Michael Sama Lukonde). Gli Emirati Arabi Uniti, potenza regionale del Golfo, sono rappresentati al massimo livello, ossia dallo sceicco-presidente Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Fra i Paesi di maggior interesse per l'Italia al summit di Johannesburg partecipa il Mozambico col presidente Filipe Nyusi. L'elenco, di 46 nomi, include anche quelli del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e di Dilma Rousseff in veste di presidente della New Development Bank (Ndb, l'istituto di credito creato dal club nel 2014).

L'allargamento del gruppo – Il leader cinese Xi Jinping, per la prima volta in persona al vertice, dovrà decidere sull'allargamento del gruppo. Secondo Pechino, ci sono oltre 20 candidature, e anche Lula ha insistito su questo tema a lui caro, evidenziando come "la cooperazione tra i Paesi del sud del globo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo" e mostrandosi favorevole all'ingresso di Arabia Saudita e Argentina, ma anche dell'Iran. Il meccanismo di cooperazione dei Brics è una piattaforma chiave per i mercati emergenti e i principali Paesi in via di sviluppo è "una forza costruttiva per la crescita economica mondiale, per una migliore governance globale e per una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali". È il messaggio espresso dal presidente cinese al suo arrivo a Johannesburg dove è stato accolto ieri dal suo omologo sudafricano Cyril Ramaphosa. Il leader cinese, secondo quanto riferito oggi dai media statali, è fiducioso che il 15esimo vertice dei leader dei Brics, che si apre oggi, "diventerà una pietra miliare nello sviluppo del meccanismo e contribuirà a portare l'unità e la cooperazione dei Paesi in via di sviluppo a un livello più alto". Xi ha aggiunto di considerare importante "il dialogo sino-africano tra leader", utile a definire "le modalità per una più stretta cooperazione, un maggiore sviluppo e un mondo più pacifico". Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha ribadito la sua volontà di far entrare più Paesi nei Brics. "Riuscite a immaginare l'Indonesia che entra nei Brics", ha chiesto il leader progressista durante il programma "Conversa com o Presidente", andato in onda eccezionalmente da Johannesburg. "Il Sudafrica e la Cina hanno opinioni simili sull'espansione dell'adesione ai Brics" ha dichiarato il presidente Ramaphosa in un discorso tenuto a Pretoria accogliendo il capo di Stato cinese Xi Jinping a margine del summit di Johannesburg. "Condividiamo il suo punto di vista, presidente Xi, secondo cui i Brics hanno un ruolo di vitale importanza da svolgere nella riforma della governance globale e nella promozione del multilateralismo e della cooperazione nel mondo", ha affermato ancora Ramaphosa parlando al palazzo presidenziale Union Buildings.

La valuta comune – Sul tavolo una presa di posizione in chiave anti-occidentale, in particolare sul ruolo del dollaro nelle transazioni internazionali con una proposta di adozione di una nuova valuta da parte blocco delle economie emergenti per gli scambi commerciali tra i Paesi che ne fanno parte. Ieri, a poche ore dall'inizio del vertice, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha, infatti, annunciato che proporrà ai suoi omologhi di Russia, India, Cina e Sudafrica l'adozione di un'unità di conto comune alternativa al dollaro per "consentire maggiori scambi senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo". "Non si tratta di una valuta unica come in Ue – ha spiegato il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov al canale televisivo Cgtn –. Ora l'enfasi principale nello sviluppo delle relazioni commerciali è posta sugli accordi sulle valute nazionali. Vediamo la possibilità di discutere la creazione di un singolo sistema. Questo può essere un'unità di conto per i Paesi membri del Brics. Non una valuta unica come nell'Ue ma un'alternativa al dollaro, in cui si può esprimere il costo della consegna delle materie prime". Una proposta sulla quale l'ex presidente brasiliana Dilma Rousseff, presidente della New Development Bank dei Brics – creata dai Brics nel 2015 con l'ambizione di diventare un'alternativa al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale – si è mostrata favorevole. "Cosa succede quando stabiliamo una relazione tra i Paesi della nostra regione? Dobbiamo avere dollari, il dollaro diventa un riferimento obbligatorio – ha detto Rousseff –. Un grande politico francese ha chiamato questa questione dell'egemonia del dollaro, questa eterna connessione, di privilegi assurdi". La banca di sviluppo dei Brics – come ha sottolineato Rousseff – ha già espresso l'intenzione di cominciare a offrire prestiti in valuta sudafricana e brasiliana per ridurre ulteriormente la dipendenza dal dollaro. La New Development Bank sta valutando le richieste di adesione di circa 15 paesi e probabilmente approverà l'ammissione di quattro o cinque. "Ci attendiamo di prestare 8-10 miliardi di dollari quest'anno" ha detto Rousseff, segnalando che la banca punta a usare valute locali per il 30 per cento di questi prestiti. Inoltre, la NDB emetterà debito in rand in Sudafrica e intende fare la stessa cosa con il real in Brasile. Attualmente già emette debito in renminbi cinese.