L'allargamento del gruppo – Il leader cinese Xi Jinping, per la prima volta in persona al vertice, dovrà decidere sull'allargamento del gruppo. Secondo Pechino, ci sono oltre 20 candidature, e anche Lula ha insistito su questo tema a lui caro, evidenziando come "la cooperazione tra i Paesi del sud del globo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo" e mostrandosi favorevole all'ingresso di Arabia Saudita e Argentina, ma anche dell'Iran. Il meccanismo di cooperazione dei Brics è una piattaforma chiave per i mercati emergenti e i principali Paesi in via di sviluppo è "una forza costruttiva per la crescita economica mondiale, per una migliore governance globale e per una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali". È il messaggio espresso dal presidente cinese al suo arrivo a Johannesburg dove è stato accolto ieri dal suo omologo sudafricano Cyril Ramaphosa. Il leader cinese, secondo quanto riferito oggi dai media statali, è fiducioso che il 15esimo vertice dei leader dei Brics, che si apre oggi, "diventerà una pietra miliare nello sviluppo del meccanismo e contribuirà a portare l'unità e la cooperazione dei Paesi in via di sviluppo a un livello più alto". Xi ha aggiunto di considerare importante "il dialogo sino-africano tra leader", utile a definire "le modalità per una più stretta cooperazione, un maggiore sviluppo e un mondo più pacifico". Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha ribadito la sua volontà di far entrare più Paesi nei Brics. "Riuscite a immaginare l'Indonesia che entra nei Brics", ha chiesto il leader progressista durante il programma "Conversa com o Presidente", andato in onda eccezionalmente da Johannesburg. "Il Sudafrica e la Cina hanno opinioni simili sull'espansione dell'adesione ai Brics" ha dichiarato il presidente Ramaphosa in un discorso tenuto a Pretoria accogliendo il capo di Stato cinese Xi Jinping a margine del summit di Johannesburg. "Condividiamo il suo punto di vista, presidente Xi, secondo cui i Brics hanno un ruolo di vitale importanza da svolgere nella riforma della governance globale e nella promozione del multilateralismo e della cooperazione nel mondo", ha affermato ancora Ramaphosa parlando al palazzo presidenziale Union Buildings.
La valuta comune – Sul tavolo una presa di posizione in chiave anti-occidentale, in particolare sul ruolo del dollaro nelle transazioni internazionali con una proposta di adozione di una nuova valuta da parte blocco delle economie emergenti per gli scambi commerciali tra i Paesi che ne fanno parte. Ieri, a poche ore dall'inizio del vertice, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha, infatti, annunciato che proporrà ai suoi omologhi di Russia, India, Cina e Sudafrica l'adozione di un'unità di conto comune alternativa al dollaro per "consentire maggiori scambi senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo". "Non si tratta di una valuta unica come in Ue – ha spiegato il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov al canale televisivo Cgtn –. Ora l'enfasi principale nello sviluppo delle relazioni commerciali è posta sugli accordi sulle valute nazionali. Vediamo la possibilità di discutere la creazione di un singolo sistema. Questo può essere un'unità di conto per i Paesi membri del Brics. Non una valuta unica come nell'Ue ma un'alternativa al dollaro, in cui si può esprimere il costo della consegna delle materie prime". Una proposta sulla quale l'ex presidente brasiliana Dilma Rousseff, presidente della New Development Bank dei Brics – creata dai Brics nel 2015 con l'ambizione di diventare un'alternativa al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale – si è mostrata favorevole. "Cosa succede quando stabiliamo una relazione tra i Paesi della nostra regione? Dobbiamo avere dollari, il dollaro diventa un riferimento obbligatorio – ha detto Rousseff –. Un grande politico francese ha chiamato questa questione dell'egemonia del dollaro, questa eterna connessione, di privilegi assurdi". La banca di sviluppo dei Brics – come ha sottolineato Rousseff – ha già espresso l'intenzione di cominciare a offrire prestiti in valuta sudafricana e brasiliana per ridurre ulteriormente la dipendenza dal dollaro. La New Development Bank sta valutando le richieste di adesione di circa 15 paesi e probabilmente approverà l'ammissione di quattro o cinque. "Ci attendiamo di prestare 8-10 miliardi di dollari quest'anno" ha detto Rousseff, segnalando che la banca punta a usare valute locali per il 30 per cento di questi prestiti. Inoltre, la NDB emetterà debito in rand in Sudafrica e intende fare la stessa cosa con il real in Brasile. Attualmente già emette debito in renminbi cinese.