(Teleborsa) - L'INPS tenta di gettare acqua sul fuoco e porre fine alle polemiche, rimbalzate dallo scorso weekend per il caso degli sms con cui l'Istituto avrebbe comunicato a 170 mila famiglie la sospensione del Reddito di cittadinanza. Polemiche in buona parte alimentate dal M5S, che vede nel RdC una misura bandiera della sua azione politica, e sfociate nell'accesissima protesta di questa mattina dinanzi alla sede INPS di Napoli.

E così l'Istituto di previdenza ha precisato stasera che, in attesa dell'adozione delle nuove misure contro la povertà, fragilità ed esclusione sociale e lavorativa (ADI e SFL), "le disposizioni transitorie prevedono che, per alcuni nuclei familiari non attivabili al lavoro (e comunque non oltre il 31 ottobre) possa pervenire una comunicazione di presa in carico da parte dei servizi sociali".

"Per questi nuclei presi in carico dai servizi sociali la fruizione del reddito di cittadinanza potrà proseguire, senza il limite delle sette mensilità e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2023", sottolinea l'INPS, confermando di aver già ricevuto da parte del Ministero del Lavoro 88.000 comunicazioni a riguardo-

"L’ipotesi della presa in carico non riguarda i nuclei familiari i cui componenti sono stati avviati ai Centri per l’Impiego e per i quali non è risultato necessario il rinvio ai servizi sociali". Per questi nuclei - prosegue - "dal primo settembre 2023 sarà possibile accedere alla nuova misura del Supporto per la Formazione e per il Lavoro (SFL)", giacché "l'’obiettivo di questa misura è l’inserimento al lavoro, garantendo al contempo un supporto economico pari a 350 euro mensili, per un massimo di dodici mensilità". "Per accedere alla misura, oltre a presentare una domanda - si sottolinea - è necessario seguire uno specifico iter, che sarà illustrato in una video guida messa a disposizione dall’Istituto".

"Coloro che sono stati già avviati ai centri per l’impiego e risultano già inseriti nei programmi nazionali per la Garanzia occupabilità lavoratori (GOL) o in progetti utili alla collettività oppure in altre iniziative di attivazione - precisa l'INPS - potranno proseguire nel loro percorso. Ai fini del riconoscimento del beneficio Supporto per formazione e il lavoro, infatti, potranno essere convalidate iniziative di avviamento al lavoro già attivate".

"Dal 1° gennaio 2024, i nuclei al cui interno sono presenti persone disabili, minorenni, o con almeno sessant’anni d’età, ovvero componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione, saranno potenzialmente destinatari dell’Assegno di inclusione (ADI), nuova misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale", conclude l'Istituto, assicurando che l'obiettivo è "garantire a ciascuno, in relazione ai propri bisogni, il beneficio economico e il supporto necessario nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa".