(Teleborsa) - Il debito pubblico italiano rimarrà elevato intorno al 140% del PIL nei prossimi anni, circa 6 punti percentuali sopra i livelli pre-Covid. Lo afferma Scope Ratings in un nuovo report sul nostro paese, dove viene affermato che un'economia resiliente, politiche prudenti e gli investitori domestici frenano i rischi.

Gli analisti prevedono che il rapporto debito/PIL dell'Italia scenderà a circa il 142% nel 2023, dal 144,4% nel 2022, e si stabilizzerà intorno al 140% entro il 2028, ben al di sopra del livello di Spagna (110% previsto entro il 2028) e Portogallo (88% entro il 2028).

"Un debito pubblico così elevato riduce la capacità fiscale del paese di assorbire shock futuri, in particolare con l'aumento dei pagamenti degli interessi", scrivono Alvise Lennkh-Yunus, Giulia Branz e Alessandra Poli. L'onere per interessi del governo dovrebbe aumentare da circa 75 miliardi di euro nel 2023, da un minimo di 57,3 miliardi di euro nel 2020, a circa 90-100 miliardi di euro entro il 2026. In uno scenario di stress, ipotizzando una crescita e saldi primari leggermente inferiori, il debito supererebbe nuovamente il 150% del PIL, al di sopra delle previsioni per la Grecia (142%), il che implicherebbe quindi il livello di debito pubblico più elevato in Europa.

Tuttavia, l'Italia sta beneficiando di una crescita continua, anche se in rallentamento, dell'impatto favorevole dell'inflazione sullo stock di debito del paese e di un graduale risanamento fiscale, ipotizzando che passività potenziali pari a circa il 16% del PIL non si materializzino nel bilancio del governo. La baseline è una crescita dell'1,2% nel 2023, dello 0,8% nel 2024 e di circa l'1% nel medio termine, in calo rispetto al rimbalzo della pandemia del 7,0% nel 2021 e del 3,7% nel 2022, quando l'Italia ha sovraperformato le altre grandi economie dell'area euro.

Il governo ha finora dimostrato impegno per politiche di bilancio prudenti, che si riflettono in una riduzione mirata del disavanzo al 4,5% del PIL nel 2023, in calo dall'8,0% nel 2022, migliorando gradualmente fino al 3,0% negli anni successivi, senza che vi siano spese discrezionali aggiuntive significative e un ritorno agli avanzi primari nel 2024.

Un altro sviluppo favorevole è la resilienza più forte del previsto del mercato delle obbligazioni sovrane italiane, nonostante la rapida inversione di tendenza della politica monetaria nell'ultimo anno. "La solida base di investitori dell'Italia e la struttura del debito favorevole proteggono il paese dalla volatilità del mercato e dall'impatto immediato di tassi di interesse più elevati sui suoi costi di finanziamento", si legge nel rapporto. Inoltre, viene sottolineato che i rendimenti interessanti e il focus della strategia di finanziamento del Tesoro italiano verso il mercato retail hanno sostenuto la forte domanda di titoli di Stato da parte delle famiglie e delle imprese nazionali.