(Teleborsa) - Nel 2021 l’offerta di Trasporto pubblico locale (Tpl) torna ai livelli pre-pandemici, la domanda non recupera. Resta ampio il divario Nord-Sud nei servizi di Tpl. Nel Tpl rallenta lo sviluppo delle infrastrutture fisse, ma prosegue il rinnovamento del parco circolante. Si rafforza l’offerta dei servizi di mobilità condivisa. Sono alcune delle evidenze emerse da un'indagine Istat sull'ambiente urbano in Italia. Le aree di forestazione urbana, utili alla mitigazione dei cambiamenti climatici, sono presenti solo in 55 capoluoghi su 109 (+22% di superficie rispetto al 2011). Prosegue invece la transizione digitale: di livello elevato il 34,5% dei servizi online offerti dalle Amministrazioni dei capoluoghi, in crescita di 7,9 punti percentuali. Aumentano inoltre i consumi finali di energia (+6,4%) e migliora l’efficienza energetica dell’illuminazione stradale (+10,7% di punti luce a Led).

In base allo studio dell'Istituto di Statistica nel 2021 è andato lo sviluppo delle reti filoviarie (+6,9% rispetto all’anno precedente, +37,3% dal 2016), ma non si registrano progressi per le reti di tram e metropolitana. La rete delle infrastrutture fisse in funzione nei comuni capoluogo comprende 380 km di tramvie, 317 km di filovie e 191 km di metropolitane. Nell’ambito del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Investimento 4.2 della Missione 2, Componente 2 (“Sviluppo del trasporto rapido di massa”), prevede la realizzazione entro il 2026 di 231 km di nuovi impianti fissi (11 km di metropolitane, 85 km di tramvie, 120 km di filovie e 15 di funicolari).

Soltanto 23 dei 109 comuni capoluogo però dispongono di almeno una delle principali modalità di trasporto a impianti fissi (la metropolitana è presente in sette città, il tram in 12, il filobus in 13). Oltre due terzi degli 888 km complessivi di linee di tram, filobus e metropolitana si trovano nelle città del Nord. Le infrastrutture più estese in rapporto alla superficie urbanizzata sono la rete tranviaria di Milano e la rete filoviaria di Bologna (rispettivamente 121,8 e 121,5 km per 100 km2). Fra le reti di metropolitana, le densità più elevate si registrano a Milano e Brescia (48,9 e 25,6 km per 100 km2).

Nell’insieme dei comuni capoluogo, il trasporto su gomma (autobus e filobus) fornisce il 57,8% dell’offerta di Tpl (47% nei capoluoghi metropolitani, 95,6% negli altri capoluoghi), ma in quattro città su cinque rappresenta la quasi totalità (oltre il 99%) dell’offerta complessiva. Solo in tre città il trasporto su gomma non è predominante: Milano (dove il 63,8% dell’offerta è fornito dalla metropolitana e il 12,8% dal tram), Napoli (64,5% metropolitana, 4,2% tram e funicolare) e Venezia (40,9% trasporti per vie d’acqua, 10,1% tram).

La composizione dell’offerta, tuttavia, va lentamente modificandosi: nel quinquennio 2016-2021 la quota dell’autobus è diminuita di 2,7 punti percentuali (dal 58,7 al 56%), mentre quella della metropolitana è cresciuta nella stessa proporzione (dal 31,1 al 33,8%). È in lieve aumento anche la quota del filobus (dall’1,4 all’1,8%), mentre si riducono le quote del tram (dal 7,1 al 6,8%) e delle altre modalità (funicolare/funivia e trasporti per vie d’acqua: dall’1,7 all’1,5%).

Alla fine del 2021 sono 58 (sette in più rispetto al 2020 e 19 in più rispetto al 2019) i capoluoghi che hanno adottato o approvato il Piano urbano di mobilità sostenibile (Pums), fra cui 35 dei 43 capoluoghi sopra i 100mila abitanti che hanno l’obbligo di adottarlo secondo la normativa vigente. Nella maggior parte dei casi (44 su 58) i Pums coprono il solo territorio comunale del capoluogo. Resta poco utilizzata, pertanto, la possibilità di estendere il piano ai comuni limitrofi, adottando un approccio alla pianificazione della mobilità per aree funzionali (come i bacini di pendolarismo), anziché per unità amministrative.