(Teleborsa) - "Pur ritenendo il Ddl Capitali un buono strumento nella direzione della semplificazione dei mercati dei capitali domestici, crediamo che ci sia la necessità di una più ampia politica industriale che consenta il concreto sviluppo di un mercato dei capitali adeguato alle dimensioni della nostra economia, coerente con l'ammontare del nostro risparmio e con l'importanza del nostro paese". Lo ha affermato Andrea Vismara, amministratore delegato di Equita, nel corso dell'audizione in Commissione Finanze e Tesoro sul disegno di legge "Competitività dei capitali".

"È chiaro a tutti che il tessuto economico italiano è eccessivamente bancocentrico e sottopatrimonializzato, sostenuto storicamente in larga parte dal credito bancario tradizionale - ha aggiunto - D'altro canto, i gruppi bancari italiani hanno in gran parte abbandonato l'attività di intermediazione azionaria con investitori istituzionali e la ricerca (ne rimangono solo tre attivi sul mercato) e hanno progressivamente venduto le loro quote di partecipazione in Borsa Italiana".

Secondo Vismara, questo squilibrio va colmato, e le imprese e i risparmiatori devono poter vedere nel mercato dei capitali una valida alternativa al sistema bancario, e "senza un significativo sforzo di sistema per aumentare gli investitori istituzionali domestici non sarà mai possibile disporre di un mercato sviluppato ed in linea con i mercati più evoluti".

PIR e ricerca

Il CEO di di Equita ha spiegato che lo strumento dei PIR ha dato temporaneamente nuova linfa al mercato, ma i riscatti degli ultimi 18 mesi e la diminuzione dei volumi di intermediazione sulle piccole e media imprese e sui mercati Growth rispettivamente "dimostrano come vi sia la necessità di promuovere nuovi strumenti di incentivazione, rivitalizzando i PIR ordinari e incentivando maggiormente i PIR alternativi". Sarebbe "auspicabile eliminare l'unicità dei PIR ordinari come già accade per gli alternativi", mentre i PIR alternativi si dovrebbe "ipotizzare un credito di imposta al momento dell'investimento e allargare la platea dei potenziali investitori alle persone giuridiche".

Per contrastare la progressiva diminuzione degli intermediari e della ricerca, secondo Vismara sono necessari "strumenti fiscali quali il credito d'imposta che consentano da una parte agli intermediari di sostenere i costi della ricerca indipendente e dall'altra alle imprese di calmierare i costi relativi alla ricerca sponsorizzata sono a nostro avviso misure urgenti e necessarie".

Voto plurimo

Visto il peso preponderante di imprese a matrice familiare in Italia, Vismara ha detto che le società vedono nel voto plurimo "un fattore decisivo nella decisione di apertura del capitale", ritenendo che la norma proposta sia "auspicabile". "Tale potenziamento a livello di governance deve essere affiancato da adeguate tutele per gli investitori, in particolare assicurando che la normativa OPA sia aggiornata per evitare iniquità di trattamento tra diverse classi di azioni", ha aggiunto.

Assemblea a porte chiuse

Il numero uno di Equita pensa che sia "opportuno garantire a tutti gli azionisti, a maggior ragione se di minoranza, di poter intervenire in assemblea e instaurare un dialogo con gli amministratori e quindi non dare la facoltà agli emittenti di condurre le assemblee a porte chiuse". La modifica proposta "potrebbe essere molto mal percepita dagli investitori istituzionali, con un danno per i nostri mercati", mentre concorda con alcune proposte già presentate in audizione di integrare il disegno di legge prevedendo una quota di partecipazione minima per poter intervenire in assemblea, al fine di evitare il fenomeno dei disturbatori.

Voto di lista

Sul meccanismo del voto di lista, che non è oggetto del Ddl ma che è stato affrontato in altre audizioni, Vismara ha detto che è consigliabile non discostarsi dalla prassi internazionale, anche perché la lista del CdA consente agli investitori di esprimere un giudizio sull'operato del CdA precedente e indirettamente del management. "Ritengo che la votazione dei singoli consiglieri, in sostituzione a una lista bloccata, possa essere un elemento di novità da considerare che introdurrebbe la giusta flessibilità anche nella scelta della composizione del board garantendo una rappresentanza adeguata della base azionaria in consiglio", ha sottolineato.