(Teleborsa) - Le aste immobiliari in Italia sono state 85.535 nel primo semestre del 2023, in calo del 21% rispetto allo stesso periodo del 2022. Si tratta del peggior primo semestre dal 2019 ad oggi (escludendo il 2020 dove le aste sono state sospese per l'emergenza sanitaria). Anche il valore complessivo dell'offerta minima, di conseguenza, è diminuito: registra infatti meno di 10 miliardi di euro rispetto al 2022, con un calo anch'esso del 21%, dovuto al continuo calo delle Procedure esecutive pendenti nei tribunali, che è proseguito anche nel 2022. È quanto emerge dalle elaborazioni di Reviva, azienda attiva nella vivacizzazione delle aste immobiliari, sui dati dei tribunali italiani.

Il calo principale si è registrato nelle aste non residenziali, che sono passate da 37.000 a 27.000 con una diminuzione del 28%, mentre le proprietà residenziali si riducono del 18%, passando da 59.000 a 49.000. "Se ciò rappresenta da un lato un aspetto positivo, in quanto gli immobili residenziali tendono ad avere maggior mercato, dall'altro riflette il fatto che, negli ultimi anni, le misure di finanziamento d'emergenza unite alla riforma del codice della crisi d'impresa, hanno posticipato il naturale default di aziende in crisi anche da tempo, e quindi ridotto il numero di immobili non residenziali in asta", sottolinea Reviva.

L'offerta minima media degli immobili in asta, infine, è scesa a 83 mila euro per gli immobili residenziali, rispetto agli 85 mila euro del 2022. In linea, invece, l’offerta minima dei non residenziali, di 184 mila euro, e quella dei terreni, di 94 mila euro.