(Teleborsa) - Il calo demografico, il mismatch fra domanda e offerta di lavoro e la proliferaizone di inattivi e di NEET sono al centro dell'ultimo Brief di Cassa Cepositi e Prestiti, che approfondisce il tema dei principali trend demografici in atto in Italia, dell'evoluzione del mercato del lavoro in termini di domanda e offerta e dell'impatto esercitato dall'invecchiamento della popolazione e dalle trasformazioni tecnologiche.

"Per la prima volta in oltre 150 anni, nel 2022 in Italia sono nati meno di 400 mila bambini. Il calo delle nascite - sottolinea CDP - è un fenomeno che viene da lontano ed è alla base della riduzione della popolazione residente in atto dal 2014 e del suo progressivo invecchiamento".

Le dinamiche demografiche rappresentano una delle principali sfide per il futuro del mercato del lavoro italiano, che già oggi opera con tassi di occupazione ai massimi storici (al 60,8%) per effetto della maggior domanda di lavoro derivante anche dall'attuazione del PNRR (soprattutto nelle costruzioni) e del progressivo pensionamento dei cosiddetti baby boomer.

Per effetto di questi fattori, nel 2022 il 41% delle assunzioni totali ha incontrato difficoltà di reperimento dei candidati sia per la carenza di figure ad alta specializzazione (giovani) sia per la scarsità di profili meno qualificati (anziani che vanno in pensione).

Il mismatch tra domanda e offerta si inserisce in un contesto in cui la percentuale di inattivi è la più alta nella UE (35,5%), così come la quota di NEET (23,2%), che supera di 10 punti percentuali la media europea ed è ben maggiore del target del 9% fissato per il 2030. Trend con i quali il mercato del lavoro dovrà fare i conti in futuro.

Cosa ci si attende per il futuro?

Al 2030 potrebbero dunque osservarsi una contrazione di lavoratori a più bassa qualifica, nell'ordine di 2-2,4 milioni, specie nel Mezzogiorno e nel Nord-Ovest, ed una crescita dei lavoratori più qualificati di 1,1-1,6 milioni di unità, soprattutto per gli over 50 e nel Nord Italia.

Si profilano dunque due grandi sfide per il mercato del lavoro italiano. In primo luogo, sarà necessario soddisfare l’ingente fabbisogno di lavoratori meno qualificati, attraverso due principali opzioni di policy: il ricorso all’automazione e l’integrazione e la formazione degli immigrati soprattutto nei settori labour intensive (agricoltura, edilizia, turismo e servizi domestico-familiari). In secondo luogo, sarà importante allineare le competenze dei profili ad alta scolarizzazione alle esigenze di imprese e istituzioni, attraverso la leva della formazione (lifelong learning, reskilling e upskilling) e l’orientamento scolastico verso le professionalità richieste dal mercato, n(discipline STEM).