(Teleborsa) - Nel 2022, un quinto della popolazione italiana è a rischio di povertà. Il dato è superiore alla media europea, ed è rimasto
pressoché stabile nell’ultimo quinquennio. E' quanto emerge dall'ultimo Rapporto Istat sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che rileva anche che tra il 2021 e il 2022 è diminuita la percentuale di persone in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale (-1,4 punti percentuali) e di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (-1,0 p.p.).

Le famiglie con segnali di insicurezza alimentare sono in lieve calo (da 1,7% nel 2021 a 1,3% nel 2022), ma si allarga la forbice fra il
Mezzogiorno e il resto del Paese. Sono sempre di più i bambini e gli adolescenti sovrappeso: nel 2021 sono il 33,3% nella classe 3-5 anni (+2,5 p.p. dal 2017) e il 27% nella classe 3-17 anni.


Nel 2022, i decessi in Italia sono stati 713.499, circa 12 mila in più del 2021, e più elevati anche della media pre-pandemia. Il report segnala che nei primi sei mesi del 2022 si assiste ad una netta ripresa della mobilità e, come conseguenza, dell’incidentalità stradale, che comunque resta su livelli inferiori rispetto a prima della pandemia.

Ancora: dal 2010 al 2020, lenta ma costante diminuzione della mortalità per le cause di morte più diffuse (tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche): dal 10,2% all’8,6%, per le persone di 30-69 anni.

Nel 2020/2021, Italia ancora lontana dai target europei per i servizi per la prima infanzia: 27,2% i posti disponibili rispetto ai bambini di 0-2 anni di età.

Dopo il picco della fase pandemica, nel 2022 si riduce il numero di chiamate al numero di pubblica utilità 1522 contro la violenza e lo stalking. In aumento nel 2021 i centri antiviolenza e le case rifugio, con un tasso di 2,39 servizi in totale ogni 100.000 donne di 14 anni e più.

Nel 2022, circa una famiglia su tre non si fida di bere l’acqua del rubinetto e quasi una su dieci lamenta irregolarità nel servizio di distribuzione dell’acqua nell‘abitazione.

Dopo il crollo registrato nel 2020, consumi energetici in netto aumento nel 2021; l’Italia (+9,8%) cresce più della media Ue27 e delle principali economie europee.

Il 2022 segna un’importante ripresa del mercato del lavoro italiano. Il tasso di occupazione dei 20-64enni (64,8%) sale, recuperando
pienamente i livelli pre-pandemici, ma il divario con l’Europa rimane molto alto.

Nello stesso anno, la percentuale di occupati in posizioni specializzate in ICT è cresciuta di 0,2 punti percentuali rispetto al 2021, raggiungendo il 3,9% degli occupati.

Nel 2022 aumenta il reddito disponibile delle famiglie (+6,5% rispetto al 2021), ma si riduce il potere d’acquisto (-1,2%), a causa
dell’incremento dei prezzi al consumo (+8,1%).

Diminuisce la quota di popolazione che lamenta problemi strutturali o di umidità dell’abitazione (16,6%), avvicinandosi al
livello pre-pandemico (14%). Nel 2021, il consumo di materia torna a crescere sia rispetto alla popolazione sia rispetto al Pil. Ciò nonostante, l’Italia si conferma al terzo posto nella graduatoria europea.Nel 2021, l’aumento della produzione pro capite dei rifiuti urbani
(+14 kg) riporta l’Italia alla situazione pre-pandemica.

Nel 2022 il 71,0% delle persone di 14 anni e più colloca la preoccupazione per cambiamenti climatici ed effetto serra tra le
prime cinque preoccupazioni ambientali. Sempre prendendo in considerazione lo stesso anno, il 10,6% delle aree marine sono tutelate.
Nel 2022, le aree protette coprono il 21,7% del territorio nazionale e includono solo in parte (in media, per il 75,9%) le 172 Aree
chiave per la biodiversità.

Come già nell’anno precedente, nel 2022, la durata dei procedimenti civili dei tribunali ordinari aumenta di 7 giorni. La fiducia nelle Forze dell’ordine e Vigili del fuoco diminuisce lievemente registrando un punteggio di 7,4, su 10. Stabile - ma bassa (4,8 su 10) - la fiducia nel sistema giudiziario.

Nel 2022, l’Italia è il terzo Paese dell’Unione Europea per entrate fiscali rispetto al Pil (oltre 2 punti percentuali sopra la media). Il
rapporto tra le entrate fiscali delle Amministrazioni Pubbliche e il Pil rimane stabile, rispetto al 2021, al 43,5%.