(Teleborsa) - Via libera del Consiglio dei Ministri al Ddl che contiene una nuova riforma della Giustizia e al decreto sulla Pubblica Amministrazione che regola le assunzioni nei ministeri per rafforzare gli organici e far fronte agli impegni dettati dal PNRR. "Spero che l’approvazione della riforma avvenga nel più breve tempo possibile", ha commentato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in conferenza stampa. "Mi auguro che l’opposizione sia fatta in termini razionali e non emotivi. Il Parlamento deve essere disposto ad ascoltare. Il mio auspicio è che si argomenti con le ragioni del cervello", ha aggiunto. Si tratta di "altre 300 persone con modifiche previste per i dicasteri: per il ministero del Lavoro è previsto l’assorbimento di Anpal mentre per gli Interni abbiamo varato norme per rafforzare le capacità delle prefetture interessate dall’ emergenza alluvionale", ha spiegato invece il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, in merito alle assunzioni stabilite dal decreto

Per quel che riguarda la riforma della giustizia, confermata la cancellazione del reato di abuso di ufficio. Il ministro Nordio ha infatti spiegato che le modifiche introdotte negli ultimi anni non hanno eliminato lo “squilibrio” tra le iscrizioni nel registro degli indagati e condanne: l’anno scorso sono stati archiviati 3.536 dei 3.938 fascicoli aperti nel 2022. E nel 2021 in primo grado ci sono state solo 18 condanne. "Ho sentito inesattezze sul vuoto di tutela che si realizzerebbe con l’abolizione dell’abuso d’ufficio che non c’è affatto, il nostro arsenale è il più agguerrito d’Europa", ha sottolineato Nordio.


L’ambito di applicazione viene "limitato a condotte particolarmente gravi", fuori anche tutti i casi di "millanteria", ha aggiunto il ministro. Sale la pena minima edittale da un anno e sei mesi a quattro anni e sei mesi. Sparirà l’appello del pubblico ministero per le sentenze di assoluzione che riguardano reati di "contenuta gravità". Una strada già tentata in passato con la riforma Pecorella bocciata dalla Corte costituzionale. Potranno essere impugnate dal pm invece le assoluzioni per i reati più gravi, compresi quelli del Codice Rosso.

Novità anche sul fronte intercettazioni. I giornalisti potranno pubblicare solo le intercettazioni il cui contenuto sia "riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento". I pm e i giudici dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini. Nella riforma non c’è "un bavaglio alla stampa", tiene ad assicurare il ministro.

Altra importante novità, sarà un collegio di tre giudici, non più un solo magistrato, a decidere, durante le indagini, l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Prima di esprimersi dovranno interrogare l’indagato, tranne se ricorre il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o se si tratta di reati gravi commessi con l’uso di armi o con altri mezzi di violenza personale. La novità dei tre giudici, non entrerà in vigore subito per le carenze di organico della magistratura, ma tra due anni. Intanto si procederà all’assunzione di 250 magistrati e si velocizzeranno i tempi dei concorsi.

Nel decreto approvato dal Cdm in tema di PA anche una che fa "riferimento alle crisi aziendali, con riferimento alle aziende di più di 1.000 dipendenti, aziende di interesse strategico e interessate da complesse riorganizzazioni, che non sono riuscite a dare completa attuazione alle procedure che garantiscono la cassa integrazione straordinaria. Consentiamo a queste aziende di poter ricorrete alla cassa integrazione in deroga fino al 31/12/2023. Una di queste è l’Ilva di Taranto. Così possiamo gestire la situazione senza creare problemi occupazionali", ha spiegato il ministro Zangrillo.

"Dopo aver varato la scorsa settimana un decreto legge che interviene sulle procedure di infrazione" il Consiglio dei ministri ha varato con procedura d’urgenza un disegno di legge che riguarda la legge di delegazione europea con cui vengono recepite 19 direttive e quattro regolamenti europei. Per il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto ciò permetterà all’Italia di ridurre il contenzioso con Europa: "l’obiettivo ambizioso è di rientrare nella media europea e se possibile migliorarla".