(Teleborsa) - Ci si attendono importanti novità su lavoro e giustizia dal Consiglio dei Ministri in programma per domani, giovedì 15 giugno. In base ad alcune indiscrezioni giornalistiche infatti, sul tavolo a Palazzo Chigi dovrebbe approdare il nuovo decreto sulla Pubblica Amministrazione che dovrebbe contenere il provvedimento con cui verrà destituita l'Anpal, l'Agenzia per le politiche attive del lavoro, le cui funzioni confluiranno nel ministero del Lavoro. Novità sono attese anche in tema di assunzioni di lavoratori socialmente utili, potenziamento della giustizia, di Autorità Garante della Privacy e di Prefetture interessate dagli eventi alluvionali.

Nel provvedimento compaiono inoltre norme sulle plusvalenze delle società sportive professionistiche, un tema che era già stato affrontato – ma poi accantonato – nel decreto Milleproroghe.

Proprio in tema di giustizia si fa largo l'ipotesi di un unico disegno di legge composto da otto articoli che conterrà interventi su intercettazioni, custodia cautelare, informazione di garanzia, reati contro la pubblica amministrazione, a partire dall’ abuso d’ufficio e dal traffico di influenze illecite. Dopo mesi di annunci, infatti, giovedì arriverà al Consiglio dei ministri il primo consistente pacchetto della riforma della giustizia, che oggi avrà un primo vaglio nel preconsiglio, la riunione tecnica preparatoria della riunione. Una scelta con cui il governo intenderebbe anche rendere un tributo a Silvio Berlusconi, ricordato ieri dal ministro Carlo Nordio anche per il suo ruolo di protagonista del dibattito sulla giustizia che voleva "orientare in senso garantista e liberale".

Massima attenzione sulla riforma dell’abuso d’ufficio. Il ministro della Giustizia è da sempre favorevole alla cancellazione di questo reato, ritenuto la causa principale della “paura della firma” da parte degli amministratori locali, e sembra essere riuscito a superare i dissensi interni alla maggioranza su una scelta così radicale. Le maggiori riserve venivano dalla Lega ma l’impegno del ministro a rimodulare l’insieme dei reati contro la pubblica amministrazione ha convinto anche il partito di Salvini a dare il via libera.

Il reato di abuso d’ufficio dovrebbe essere abrogato a causa di una "anomalia" che persiste anche dopo le tante modifiche intervenute: lo “squilibrio” tra le iscrizioni nel registro degli indagati e le effettive condanne. A spiegarlo è la relazione che accompagna la bozza del ddl giustizia. Il numero delle iscrizioni nel registro degli indagati resta “ancora alto: 4.745 nel 2021 e 3.938 nel 2022; di questi procedimenti, 4.121 sono stati archiviati nel 2021 e 3.536 nel 2022”. Solo 18 invece le condanne in primo grado nel 2021. Il governo non esclude in futuro di sanzionare condotte "in forza di eventuali indicazioni di matrice euro-unitaria".

Altro tema caldo è quello delle intercettazioni. L’intervento previsto nel Ddl costituisce solo un primo step ed è mirato alla tutela dei terzi estranei alle indagini. L’obiettivo è evitare che le loro conversazioni finiscano in atti di indagine destinati alla divulgazione. "In un tempo successivo faremo una radicale revisione del sistema delle intercettazioni che tuteli anche la correttezza delle indagini e combatta la strumentalizzazione che viene fatta con la diffusione pilotata" di intercettazioni "che dovrebbero rimanere segrete", ha spiegato a un question time il ministro. In prospettiva c’è dunque una stretta perché "non si possono spendere 200 milioni all’anno per intercettazioni che si rivelano nella maggioranza dei casi inutili".