(Teleborsa) - La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi il primo ministro ad interim del governo di Unità nazionale libico, Abdul Hamid Dbeibeh. Hanno partecipato anche i ministri Antonio Tajani, Matteo Salvini, Matteo Piantedosi e Adolfo Urso. Presente anche l'ad dell'Eni Claudio Descalzi che ha firmato un accordo con il suo omologo della National Oil Corporation (Noc). Oltre all'energia il vertice intergovernativo si è focalizzato sul tema dei migranti.
Lo scorso 4 maggio Meloni aveva ricevuto a Palazzo Chigi anche il generale libico Khalifa Belqasim Haftar. L'incontro arriva dopo la missione di fine gennaio della presidente del Consiglio a Tripoli quando con i ministri Tajani e Piantedosi aveva partecipato ad una serie di incontri istituzionali con le autorità del Paese nordafricano. In occasione della visita erano stati firmati accordi tra Italia e Libia in tema di cooperazione, energia e flussi migratori.
La delegazione libica è da oggi in missione ufficiale di due giorni in Italia. Insieme all’imprenditore e politico della “città-Stato” di Misurata, che ricopre “ad interim” anche il ruolo di ministro della Difesa, ricevuto dal picchetto d’onore, hanno partecipato all’incontro i ministri dell’Interno, Imad Tabelsi, degli Affari esteri, Najla el Mangoush, dei Trasporti, Mohamed Shahoubi, più il ministro di Stato (senza portafoglio) per le Comunicazioni e gli affari politici, Walid al Lafi.
Presenti anche i vertici delle due principali aziende del Paese: la National Oil Corporation (Noc), l’ente petrolifero statale libico, e la Libyan Post Telecommunications & Information Technology Company (Lptic), la compagnia delle poste e delle telecomunicazioni della Libia.
Abul Hamid Dbeibeh, classe 1958, è stato designato nel febbraio 2021 dal Foro di dialogo intra-libico convocato dalle Nazioni Unite dopo il cessate il fuoco dell’ottobre del 2020 per dare un nuovo assetto politico unitario al Paese. Una volta insediatosi, ha avviato una importante campagna di spesa pubblica. Sopravvissuto a tre tentativi di golpe militare nel 2022, ha affermato di non voler lasciare il potere se non a un governo eletto ed è determinato candidarsi alle elezioni presidenziali.