"C'è da dire che ci sono anche altri strumenti che hanno subito la stessa dinamica dei rendimenti, che probabilmente hanno anche un rating simile a quello del BTP, perché non dimentichiamoci che - per quanto amiamo questo paese - comunque non parliamo di un tripla A, ma parliamo di un prodotto più vicino alla tripla B, quindi bisogna fare attenzione sicuramente anche al rischio di credito, ai rischi macroeconomici - ha proseguito - Comunque in generale diciamo che si può dire un po' per tutte le categorie fixed income il tema della valutazione è tornato prepotentemente alla ribalta".
Secondo Tentori, "dal punto di vista della regolamentazione, che sia una banca o un'assicurazione, sicuramente i titoli di Stato sono da preferirsi rispetto ad altre tipologie di investimento. In tutto questo, il tema della diversificazione è molto importante. Mi rivolgo più che altro alla clientela retail: va bene avere un bond in portafoglio, va bene il rendimento, vanno bene le prospettive di guadagno e le cedole - magari anche indicizzate all'inflazione come alcuni prodotti emessi dal MEF - ma non dimentichiamoci il tema della diversificazione. Si possono, con dei prodotti di gestione attiva, raggiungere dei rendimenti più interessanti - anche al netto dei costi, delle tasse e quant'altro - con un rating probabilmente ancora migliore, diversificando il portafoglio e quindi abbassando ulteriormente il profilo di rischio".
Rispondendo a una domanda sull'attrattività del debito italiano per gli investitori esteri, ha risposto: "Tutta una serie di rischi, che anche solo 5-7 anni fa erano presenti nell'immaginario degli investitori, adesso non ci sono più. Parlo anche di rischi politici, di stabilità del governo e quant'altro. C'è da dire che rispetto invece altri paesi il peso delle operazioni dell'eurosistema potrebbe farsi sentire andando avanti. Quindi il fatto che la BCE non faccia più quantitative easing, ma faccia quantitative tightening, potrebbe essere non dico un problema però appesantire ancora di più il comparto del BTP".
In definitiva, sull'obbligazionario, "io starei ancora abbastanza cauto, in particolare sulle scadenze. Nel senso che non è ancora del tutto chiaro se possiamo concludere l'episodio di stretta della politica monetaria: potrebbe essere che ci siano ancora ulteriori rialzi dei tassi e non siano solo 1-2 ma siano addirittura 3 o 4. E quindi in questo contesto forse scadenze più brevi, dove peraltro è già parcheggiata una grande fonte di flussi di cassa e di cedola potrebbe essere la scelta giusta per l'investitore".