"È chiaro - ha proseguito - che negli ultimi mesi sono accadute diverse cose, anche a livello finanziario e forse la dinamica più eclatante è stato il passaggio - per quanto riguarda i mercati obbligazionari - dalla cosiddetta nuova normalità, cioè un periodo di tassi bassi a lungo in cui le obbligazioni piuttosto che offrire un rendimento privo di rischio offrivano un rischio privo di rendimento, alla vecchia normalità, quindi una situazione in cui le obbligazioni ricominciano a fare ciò per cui tradizionalmente sono pensate e cioè il servizio del debito".
Secondo Aurilia, "dopo anni di nuova normalità, in cui i risparmiatori sono stati costretti costantemente a scalare le curve obbligazionarie alla ricerca di un po' più di rendimento - ma a fronte anche di rischi importanti - oggi gli stessi trovano conforto nei settori più tradizionali del reddito fisso, come le obbligazioni governative e le obbligazioni corporate investment grade".
"Quindi quello che bisogna fare è sfruttare il mercato obbligazionario in tutta la sua ampiezza e non abbandonarsi alle cosiddette scorciatoie mentali di cui ci parla la finanza comportamentale tipicamente long-bias che spinge gli investitori a focalizzarsi solo sull'orticello di casa e ciò che ritengono di conoscere particolarmente bene, ossia i titoli di Stato", ha spiegato.
Per quanto riguarda l'Italia, "a livello commerciale stiamo cavalcando molto il tema del Back To The Block quindi ritorno ai mattoncini tradizionali ma sempre attuali della diversificazione, dell'utilizzo di prodotti - appunto mattoncini - che vengono utilizzati per costruire un asset allocation efficace nella consapevolezza per esempio che oggi, con questo livello di tassi di interesse, ricominciare ad investire per esempio in soluzioni bilanciate in senso tradizionale - diciamo 50% azioni e 50% obbligazioni - può essere una scelta davvero interessante perché l'aumento dei tassi favorirà una riduzione della correlazione tra le azioni e le obbligazioni".