(Teleborsa) - Nel 2022, a prezzi costanti, "non abbiamo recuperato né il reddito disponibile pro capite del 2019 né, tantomeno, quello del 2007, cioè il massimo. Siamo addirittura sotto di 150 euro in termini reali rispetto al 1995, cioè quasi trent'anni fa. Tanto per dire che i trent'anni di bassa crescita si sentono nelle nostre tasche e nei temi di disagio sociale e crescita della povertà assoluta che ogni giorno dibattiamo". Lo ha detto il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, illustrando i risultati dell'Outlook Italia 2023 "L'anno della transizione: fiducia elevata, consumi deboli", a cura di Confcommercio e Censis.



Grazie alla crescita della propensione al consumo, "nel lungo periodo la spesa reale è andata un po' meglio del reddito: abbiamo recuperato quasi i livelli del 2019 ma siamo sotto i massimi del 2007 ancora di 800 euro a testa". Per leggere e capire il post-pandemia "bisogna ricordare gli ingenti aiuti pubblici. Faccio notare che nel 2020 i consumi sono calati molto più del reddito disponibile reale, e questo ha generato risparmio in eccesso, diciamo non desiderato; e poi a fronte di redditi solo moderatamente crescenti nel biennio 2021-2022 c'è stato il quasi recupero dei consumi: si capisce, quindi che è stato sostento da quel risparmio a sua volta generato dai trasferimenti e dai sostegni pubblici che hanno funzionato"

"Senza ulteriori shock, il tendenziale dell'inflazione potrebbe tornare sotto il 6% già ad agosto e scendere sotto il 3% a ottobre, per finire sotto il 2,5% nella media del prossimo anno. Alcuni prezzi scenderanno in livello assoluto, come già ad aprile si è visto per la verdura, le uova, i prodotti tecnologici e alcuni servizi". Questa la previsione di Bella. "Nel frattempo - ha aggiunto - dobbiamo scegliere la strada giusta: che non può che essere quella delle riforme e degli investimenti del Pnrr per rendere attuale il potenziale di fiducia che c'è tra le famiglie, come abbiamo visto, e costruire una nuova fase di crescita robusta e duratura, dopo il boom del biennio 2021-2022 e il periodo di transizione costituito da questo complesso 2023".

“Il risparmio sta esaurendo il sostegno ai consumi e l'incertezza per l'inflazione e il rialzo dei tassi di interesse comprimono le intenzioni
di acquisto. Si rischia di rallentare la ripresa, nonostante la fiducia delle famiglie sia alta. È fondamentale accelerare le riforme, in
particolare quella fiscale, e utilizzare al meglio le risorse del Pnrr”: questo il commento del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli al
rapporto Confcommercio-Censis su fiducia e consumi delle famiglie presentato oggi dalla Confederazione.

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