(Teleborsa) - Gli iscritti nel Registro dei praticanti sono diminuiti (-8,4%) portandosi a fine 2022 a 12.781 con un calo di 1.173 unità. Il 2022 segna, per la prima volta, una crescita zero degli iscritti all’Albo, dopo la leggera ripresa del biennio pandemico (2020 e 2021), in linea con il rallentamento della crescita in atto dal 2016.




Sono alcuni dei dati che emergono dalla nuova edizione del Rapporto annuale sull’Albo dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, pubblicato dalla Fondazione nazionale di ricerca della categoria che segnala anche come nella complessiva dinamica dell’Albo, spiccano gli iscritti nella sezione B dell’Albo (Esperti contabili), cresciuti a un ritmo del 9,5%, mentre gli iscritti nella sezione A (Commercialisti), sono diminuiti dello 0,2%. Molto positiva anche la crescita delle Società tra professionisti (+13,6%) che hanno raggiunto le 1.607 società a fine 2022 con un incremento di 193 unità. Sul piano territoriale, invece, si conferma ancora una volta il trend asimmetrico Nord-Sud, che interessa l’andamento delle iscrizioni all’Albo in atto già da diversi anni. Infatti, ad una crescita degli iscritti al Nord pari a +0,6%, fa da contraltare una decrescita al Sud (-0,6%), mentre il centro fa registrare un -0,1% di iscritti rispetto al 2021.

Sensibilmente aumentato il reddito professionale netto medio dei Commercialisti nel 2021 (dichiarazioni 2022) . Il tasso di crescita annuale è stato del 9,3% e il valore medio si è portato a 68.073 euro. Il reddito mediano, invece, è cresciuto del 10,5% portandosi a 39.249 euro pari al 57,6% di quello medio e superiore, quindi, rispetto al 57% di un anno prima. Il reddito medio cresce di più al Sud (+12,4%), che al Nord (+8,8%) mentre il centro fa registrare un +8,1%; anche il reddito mediano, cresce al Sud (+14,7%) più che al Centro (+10%) e al Nord (+4,4%). Rispetto al 2008, il reddito professionale netto medio è aumentato del 13,7%, mentre lo stesso espresso in termini reali, cioè al netto dell’inflazione, è diminuito del 10,0%. È importante, perciò, ricordare che, nello stesso periodo, il Pil nominale è aumentato del 10,7%, mentre il Pil reale è diminuito del 6,2%.


Dopo il +0,6% dello scorso anno, gli iscritti al Sud diminuiscono ad un tasso dello 0,6%. In particolare, nelle Isole la diminuzione è stata dello 0,5%, mentre nelle regioni dell’Italia meridionale si registra una diminuzione leggermente più alta (-0,6%).




Rallenta l’incremento degli iscritti al Nord: +0,6%. Nel corso del 2022, la crescita degli iscritti negli Ordini territoriali del Nord Italia ha subito un rallentamento (dal +1,2% del 2021 al +0,56% del 2022), soprattutto nel Nordovest (dal +1,3% del 2021 al +0,7% del 2022)

Piuttosto variabile la presenza di donne negli Ordini territoriali dei Commercialisti e tende ad essere più elevata negli Ordini del Nord. In particolare, nel Nord-est scende al 36,2% rispetto al 38,1% del 2021 con una punta del 42% in Emilia-Romagna (42,6% nel 2021). Nel Sud la quota di donne scende al 30,4% con il valore più basso in Campania (26,3%). Analogamente, anche per i giovani, nel Nord, si registrano livelli più elevati (20,4%) rispetto al Sud (14%). Da segnalare come la quota dei giovani tende a diminuire progressivamente.

Nel 2022, prosegue la crescita degli iscritti nella sezione B dell’Albo. La dinamica di crescita non è omogenea tra le diverse aree del paese con un trend più forte nel Nord (+14,5%) rispetto al Sud (+6,2%) e al Centro (+5,3%). Per quanto riguarda le Società tra professionisti, la crescita, per il secondo anno consecutivo, è stata più forte al Sud (+17,8%) rispetto al Nord (+12,7%).

Il dato sulla demografia professionale che emerge da questo rapporto della nostra Fondazione nazionale – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – impone certamente una riflessione, ma esso si inserisce nel ben più drammatico tema demografico generale del nostro Paese, di cui oggi si prende finalmente atto con la dovuta attenzione e con i dovuti toni, ma che è in progressivo peggioramento da almeno una generazione. Non c’è settore economico e professionale maturo, in Italia, al netto di rare e circoscritte eccezioni, in cui non stiano venendo a mancare le braccia e i cervelli che servono per garantire un adeguato ricambio generazionale. Consapevole di questa situazione, il Consiglio nazionale ha avanzato proposte precise al Governo e alla politica su aggregazioni e specializzazioni”.



“Sul fronte delle aggregazioni – aggiunge - chiederemo senz’altro al Governo, insieme alle altre Professioni, uno sforzo di fantasia, anche nell’ambito dell’attuazione della delega per la riforma del sistema fiscale, ma anche utilizzando altre leve. Sul fronte delle specializzazioni, cercheremo di spingere e accompagnare un percorso che è fondamentale per cogliere anche le nuove opportunità, come ad esempio quella della sfide e degli obiettivi sulla sostenibilità, per le grandi ed evidenti opportunità di lavoro che possono garantire ai Colleghi; ma lo faremo cercando di difenderli, per quanto potremo, dalla crescente e insopportabile burocrazia che deriva dalla moltiplicazione di registri e sottosezioni di registri, con correlati obblighi formativi di pura quantità, invece che di vera qualità”.