(Teleborsa) - Alta percentuale di NEET, basso tasso di occupazione e rischio povertà collocano l'Italia al di sotto della media europea. E' questa la fotografia scattata dall'Istat nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile presentato oggi dal quale emerge che la maggior parte degli indicatori del Bes disponibili per il confronto con la media dei paesi europei (Ue27) mostra una situazione peggiore per il nostro Paese.



Si tratta - viene spiegato - in particolare di alcuni indicatori dei domini Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Tra questi la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (NEET), che in Italia raggiunge il 19,0% rispetto all’11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55,0% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27). Lo svantaggio dell’Italia nel contesto dell’Ue27 si rileva, inoltre, in alcuni indicatori di Benessere economico aggiornati al 2021, tra cui il rischio di povertà e la grande difficoltà ad arrivare a fine mese, o al 2020, come la disuguaglianza del reddito netto.


Il Rapporto individua progressi, rispetto al periodo pre-Covid del 2019, più diffusi nei domini sicurezza, qualità dei servizi e lavoro e conciliazione dei tempi di vita dove oltre il 72% degli indicatori migliora rispetto al 2019. "Seguono i domini Politica e istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività con due terzi degli indicatori in miglioramento. Uno degli indicatori per cui l’Italia si colloca su livelli migliori in termini di benessere, rispetto alla media dei paesi dell’Ue27, è il tasso di omicidi, pari a 0,5 per 100mila abitanti nel 2020, ben al di sotto della media dei paesi Ue27 (0,9). Inoltre, l’Italia si conferma ai vertici della graduatoria dei paesi per quanto riguarda la sopravvivenza, con valori della speranza di vita alla nascita pari a 82,5 anni (80,1 la media Ue27 nel 2021).

L’eccesso di mortalità connesso alla diffusione della pandemia ha comportato nel 2020 una riduzione della speranza di vita alla nascita di oltre un anno di vita (82,1 anni rispetto agli 83,2 del 2019), solo parzialmente recuperata nel 2021 (82,5 anni) e nel 2022 (82,6). Nel 2022, il gap di genere ritorna al livello pre-pandemico (4,3 anni), dopo aver subito un ampliamento nei due anni precedenti. L’analisi territoriale mette in evidenza come, nel 2022, nessuna regione sia tornata ai livelli di vita media attesa del 2019; soltanto alcune regioni hanno in buona parte recuperato gli anni di vita persi durante il biennio di pandemia.

Nel 2022, il mercato del lavoro mostra un generale miglioramento rispetto all’anno precedente: gli occupati di 20-64 anni aumentano di 538mila unità (+2,5% rispetto al 2021), il tasso di occupazione aumenta e supera i livelli del 2019 recuperando pienamente il crollo registrato nel 2020 (tra le persone di 20-64 anni è il 64,8%; +2,1 punti percentuali rispetto al 2021). Tra i giovani (20-34 anni), il tasso di occupazione è pari al 56,2% e registra la crescita più intensa (+3,5 punti sul 2021), superando i livelli pre-pandemia (era 53,3% nel 2019).

Quanto al reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato rispetto all’anno precedente. Il forte aumento della spesa per consumi finali ha rafforzato il trend di discesa della propensione al risparmio, che è scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-pandemico.


La gran parte degli indicatori (già su livelli critici negli anni pre-pandemia) continua a segnalare importanti difficoltà riguardo alla bassa fiducia nelle istituzioni democratiche, alla limitata partecipazione delle donne in politica e nelle istituzioni di vertice, alla scarsa presenza dei giovani in Parlamento, all’efficienza della giustizia civile e all’adeguatezza delle istituzioni carcerarie.

Nel 2022, la quota di persone che si dichiarano molto o abbastanza sicure quando camminano al buio da sole nella zona in cui vivono diminuisce di 1,6 punti percentuali rispetto al 2021, attestandosi al 60,6% (era il 57,7% nel 2019) e nello stesso intervallo aumenta di 1,3 punti percentuali la quota di famiglie che affermano che la zona in cui vivono è molto o abbastanza a rischio di criminalità, arrivando al 21,9% (era il 25,6% nel 2019).

Il report evidenzia anche che si raggiunge la percentuale più elevata finora registrata di persone che si ritengono molto soddisfatte
per la propria vita (46,2%). Allo stesso tempo si osserva uno dei valori più bassi della quota di persone che assegnano un punteggio insufficiente. Sostanzialmente quasi nove persone su 10 dichiarano di essere molto (punteggio tra 8 e 10) o sufficientemente (punteggio 6 o 7) soddisfatte.