(Teleborsa) - Sale la tensione sulle modifiche al cosiddetto decreto Cutro, il provvedimento sui flussi e la gestione dei migranti varato nella cittadina calabrese dopo il tragico naufragio costato la vita a oltre 90 persone. Al voto quasi 350 proposte di modifica delle opposizioni, il sub-emendamento della maggioranza che restringe ulteriormente le maglie alla protezione speciale e i 21 emendamenti della Lega. Da calendario, il provvedimento è atteso nel pomeriggio di oggi nell'Aula del Senato.

Nei giorni scorsi, sulla protezione speciale, era intervenuta proprio la Premier Meloni che aveva parlato di "una protezione ulteriore rispetto a quello che accade nel resto d’Europa e credo che l’Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee di riferimento", confermando di fatto la stretta.

Intanto, il Ministro dell'Interno Piantedosi predica ottimismo: "Sulla protezione speciale sono convinto che i lavori parlamentari riusciranno a trovare il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e costituzionali, ma nello stesso tempo senza svilire l'alto valore di un istituto giuridico trasformandolo in un meccanismo surrettizio di elusione dell'accesso al soggiorno nel territorio nazionale”.

"Un intervento legislativo che riveda le regole sulla protezione umanitaria “è indispensabile e urgente” ha dichiarato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, di Forza Italia. “L’emendamento unitario del centrodestra a mia prima firma al decreto flussi, presentato per modificare le norme vigenti, va in questa direzione. Negli anni infatti – ha proseguito Gasparri – l’uso strumentale della protezione umanitaria ha praticamente attuato una sanatoria permanente.

Nel 2023, su 19.000 decisioni adottate finora dalle Commissioni territoriali sulle domande di asilo, il 20% (3.800) è stato di riconoscimento della protezione speciale, il 17% di riconoscimento della protezione internazionale e il 63% è stato di diniego. Nel 2022, su circa 59.000 decisioni delle Commissioni, il 19% è stato di riconoscimento della protezione speciale, a fronte del 25% di riconoscimento della protezione internazionale; il 56% delle decisioni è stato invece di diniego.