(Teleborsa) - L'oro torna a galoppare sui mercati internazionali, guidando la rimonta dei beni rifugio, in un periodo di grande incertezza per le borse, a causa delle tensioni geopolitiche, ed in vista delle future decisioni della Federal Reserve. che non si riunirà ad aprile, per slittare direttamente al 2-3 maggio prossimo.

La performance stellare dell'oro

L'oro è in battuta già da qualche tempo ed ha raggiunto ieri un picco a 2.049,2 dollari l'oncia, al top degli ultimi 13 mesi, riassestandosi poi stamattina a 2.028 dollari, in prossimità del nuovi livello di supporto che gli analisti hanno individuato oltre i 2mila USD.

Una performance inversamente proporzionale a quella del biglietto verde, che in questi ultimi giorni ha perso terreno nei confronti delle principali valute, spingendo l'euro a 0,9185 USD ed il dollar index su minimi di 101,1 punti, sull'attesa di una pausa della Fed nel percorso di aggiustamento al rialzo dei tassi.

Il contributo dei dati degli ultimi giorni

A dare una spinta alle quotazioni hanno contribuito i dati macro deludenti usciti negli ultimi giorni, come quello sugli ordini all'industria e soprattutto il dato sugli occupati di ADP, risultato sotto le attese con soli 145mila posti generati. Un dato che non getta buone basi per il Job Report in uscita venerdì.

Dati che potrebbero legare le mani della Federal Reserve al prossimo meeting e che aumentano le probabilità di una pausa nel ciclo di aumenti dei tassi di interesse.

Le aspettative di inflazione

Al di là delle opzioni in mano alla Fed, anche l'inflazione sta tenendo alte le quotazioni dell'oro, bene rifugio per eccellenza e riserva di valore, soprattutto in periodi di grande incertezza e con un'inflazione che resta alle stelle.

La crescita dei prezzi ha ripiegato nell'ultimo periodo, attestandosi al 6,9% nell'Eurozona a marzo ed al 6% in USA a febbraio (il dato di marzo uscirà la prossima settimana), ma resta comunque su massimi pluriennale e su un livello di guardia per le banche centrali. Tanto più che il recente ridimensionamento ha a che fare soprattutto con il calo dei prezzi dell'energia, mentre si guarda alle componenti più strutturali.

L'ascesa degli altri beni rifugio

Assieme all'oro stanno salendo anche altri beni rifugio, come l'argento, che ha raggiunto un picco di 24,91 dollari l'oncia, per riassestarsi stamattina a 24,29 dollari.

Anche le criptovalute sono salite nel primo trimestre 2023, facendo segnare un +53% di capitalizzazione di mercato, trainate dal Bitcoin che si è spinto oltre i 28mila dollari.