(Teleborsa) - Nel 2022 l’attività svolta dall’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) ha visto il consolidamento dei trend emersi negli anni precedenti, che attesta il numero dei procedimenti conclusi a 1.635, consentendo di abbattere ulteriormente l’arretrato accumulato nei primi anni di attività: il numero totale dei procedimenti conclusi dall’inizio dell’attività è, infatti, salito a 9.020, a fronte di 9.811 ricorsi ricevuti. E' quanto emerge dalla Relazione sull'attività svolta nel 2022.

Fra i dati salienti c'è anche l'importo dei dei risarcimenti riconosciuti ai risparmiatori nel 2022, pari a 18,9 milioni di euro, che porta i risarcimenti complessivamente riconosciuti dall’avvio dell’operatività dell’Arbitro nel 2017 a 142,5 milioni di euro, con una media pro-capite di oltre 35.600 euro.

"Molti sono stati gli eventi del 2022 che meritano l'appellativo di straordinari", ha esordito il presidente di ACF, Gianpaolo Barbuzzi, citando l’invasione dell’Ucraina, l’onda lunga della pandemia, l’emergenza climatica, l'inflazione, le politiche restrittive delle banche centrali.

"Proprio per questo, quella che stiamo vivendo è la stagione delle sfide e di un fare non convenzionale", ha sottolineato Barbuzzi, rilanciando su investimenti e riforme strutturali, equità sociale, sostegno alle fasce deboli, valorizzazione del risparmio, tutela dei diritti. E proprio qui - sottolinea - l'ACF è chiamato a svolgere il proprio ruolo.

La relazione mette in evidenza la riduzione dei numero di ricorsi in entrata, che sono infatti scesi a 1.116 nel 2022 dai 1.582 del 2021 e 1.772 del 2020.

La diminuzione dei ricorsi in ingresso rispetto al passato è riconducibile, in generale, al clima di incertezza derivante dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, che hanno indotto molti risparmiatori ad effettuare scelte finanziarie conservative e poco rischiose, oltre che ad alcune novità regolamentari, entrate in vigore il 1° ottobre 2021, che hanno circoscritto l’ambito di operatività dell’Arbitro ed il venir meno dei ricorsi relativi alle crisi bancarie del 2015 (risparmio tradito).

Quanto alla distribuzione territoriale, coerentemente con i dati registrati nell’intero periodo di attività dell’ACF, il Nord si è confermato l’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (41,3%), seguita dal Sud (40,9%) e dal Centro (17%) del Paese.

Il 2022, in linea con il trend del quinquennio 2017-2021, ha visto - rispetto alla ripartizione per genere - la prevalenza dei ricorrenti uomini, sintomatica di una gestione della ricchezza famigliare tuttora di matrice prettamente maschile. Infatti, a fronte di un totale di 1.099 ricorsi ricevuti da parte delle persone fisiche, 761 sono stati quelli presentati da uomini (69,2%), 338 da donne (30,8%).
Significativa la presenza di donne in caso di cointestatazione degli investimenti (77,7% dei casi).

Il controvalore delle richieste di risarcimento contenute nei ricorsi presentati nel corso del 2022, che hanno superato positivamente il preventivo vaglio di ricevibilità/ammissibilità (797), è stato superiore ai 44,8 milioni di euro, con una media a ricorso di 56.224,01 euro.