Secondo l'ultimo rapporto DESI, infatti, la copertura FTTH dell'Italia è salita al 44% dal 22% di cinque anni fa, arrivando vicina alla media UE (50%).
Per l'Ad di Open Fiber occorre una "razionalizzazione di risorse scarse", cioè capitale umano e investimenti, ma anche "spostarsi sul take up, cioè sull'utilizzo della rete, programmando "una grande operazione di politica industriale che punti allo switch off della rete in rame, così come fatto con il digitale terrestre".
La migrazione dal rame alla fibra - ha sottolineato Rossetti - ha anche un risvolto di sostenibilità energetica: vari studi internazionali riportano infatti riduzioni intorno al 85-90% per le reti di accesso in fibra rispetto a quelle in rame.
"Il Sud Italia riveste un ruolo rilevante nel piano di Open Fiber. Abbiamo già investito oltre 1 miliardo di euro e ne investiremo ancora oltre 1,2 miliardi. In totale, parliamo quindi di oltre 2,2 miliardi di euro per cinque Regioni: Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, Basilicata", ha affermato il numero uno dell'azienda, precisando che si punta a connettere circa 4,6 milioni di unità immobiliari nelle aree nere (grandi città) e nei comuni comuni del piano BUL ( aree bianche) ed altri 1,6 milioni di civici con il piano Italia 1 Giga, finanziato con il PNRR, in Puglia, Campania e Sicilia, per un totale di oltre 1.100 comuni.
"Oltre agli investimenti - ha aggiunto il manager - bisogna inoltre considerare le opportunità di lavoro che il progetto di OF ha generato nelle regioni del Sud: tra dipendenti diretti e indotto impieghiamo circa 2mila persone. Open Fiber conta sedi in tutto il Mezzogiorno: Napoli (direzione territoriale), Bari, Potenza, Cosenza, Catania e Palermo".
Per Rossetti questa "è un’occasione storica" per il Mezzogiorno che potrà così per passare da Cenerentola d’Italia a protagonista dello sviluppo del Paese". "Il nostro obiettivo è realizzare città intelligenti e borghi connessi - ha affermato - restituendo al Sud un ruolo di primissimo piano anche dal punto di vista tecnologico attraendo nuovi investimenti, nuove professionalità e opportunità di lavoro. Quella che stiamo costruendo è un’infrastruttura che accorcia le distanze e assume anche un valore sociale, in modo particolare nelle aree più isolate - dove i cittadini devono poter essere in grado di usufruire dei servizi digitali più avanzati esattamente come gli abitanti delle grandi città - ma anche un driver di sviluppo delle attività produttive, dall'industria 4.0 all'agricoltura smart".
A proposito del piano BUL nazionale, l'Ad di OF lo definisce "una priorità" per l'azienda, segnalando che "nel corso del 2022 si è registrata una progressiva accelerazione nello sviluppo della infrastruttura che oggi ci consente - con quasi 60 mila km di rete costruita su 88 mila complessivi – di traguardare il completamento del Piano BUL".