(Teleborsa) - Secondo quanto anticipato nei giorni scorsi da Christine Lagarde, il 16 marzo la Banca Centrale Europea dovrebbe procedere ad un nuovo aumento del costo del denaro che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile, potrebbe tradursi in un incremento di 35 euro sulla rata del finanziamento. In soli 14 mesi, quindi, il rincaro arriverebbe a circa 237 euro, vale a dire il 52% in più rispetto alla rata originale.


Per analizzare come sono cresciute le rate e come ancora potrebbero aumentare a seguito di un nuovo rialzo dei tassi da parte della BCE (si parla di 50 punti base), Facile.it ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.

Il tasso (Tan) di partenza usato nell’analisi è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. A partire dalla seconda metà del 2022 la Banca Centrale Europea ha deciso di contrastare la crescente inflazione aumentando più volte il costo del denaro, scelta che ha contribuito a far già salire notevolmente il tasso del mutuo variabile (arrivato a sfiorare il 4% a marzo 2023) incremento che, come detto, non pare destinato a fermarsi e anzi con l’ulteriore paventato aumento dei tassi BCE dello 0,50% potrebbe portare la rata mensile del mutuo tipo addirittura a circa 693 euro.

"Per capire come cambieranno nella realtà le rate dei mutuatari bisognerà aspettare di vedere come si muoverà effettivamente l’Euribor, ma chi è alle prese con i rincari ha oggi a disposizione alcuni strumenti importanti", spiegano gli esperti di Facile.it. "Si può scegliere di surrogare il finanziamento, passando ad un tasso fisso o uno variabile più conveniente o, se si hanno i requisiti, rinegoziare il mutuo con la propria banca sfruttando le nuove regole introdotte del Governo. Dal momento che non esiste una soluzione in assoluto migliore rispetto all’altra, il consiglio è di rivolgersi ad un consulente così da identificare l’opzione più adatta alle proprie esigenze".

L’aumento di marzo potrebbe però non essere l’ultimo; guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor), gli esperti prevedono che a giugno 2023 l’Euribor a 3 mesi possa arrivare intorno al 3,80%; se queste previsioni fossero corrette, il tasso del finanziamento medio preso in esame arriverebbe a circa 5,04% e la rata a ben 740 euro, vale a dire oltre 280 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022.


Per far fronte all’aumento delle rate, e tutelarsi da ulteriori futuri rincari, molti mutuatari stanno valutando la possibilità di cambiare banca; a conferma di questo trend arrivano i dati dell'analisi che hanno messo in luce come le richieste di surroga siano tornate a crescere e, nei primi due mesi dell’anno, abbiano rappresentato quasi il 20% del totale delle domande di finanziamento, valore raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L’aumento dei tassi, però, riguarda anche gli aspiranti mutuatari, che oggi devono fare i conti con condizioni meno favorevoli rispetto al passato. Non sorprende vedere che, negli ultimi mesi, chi ha presentato domanda di finanziamento per l’acquisto della prima casa abbia puntato a importi più contenuti rispetto al passato. Sempre secondo l’analisi, nei primi due mesi del 2023 la richiesta media per mutui
prima casa è scesa a 136.935 euro, valore in calo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022.

"Il calo graduale degli importi richiesti, già in atto dalla seconda metà del 2022, è strettamente legato all’aumento dei tassi di interesse", continuano gli esperti. "In alcuni casi è l’aspirante mutuatario che, pur di non rinunciare all’acquisto, sceglie di orientarsi su un importo più contenuto così da alleggerire la rata mensile, in altri è la banca stessa che, per preservare il rapporto rata/reddito, è costretta a ridimensionare la richiesta".

(Foto: Tumisu / Pixabay)