(Teleborsa) - I tamburi scandiscono i 60 secondi che compongono il minuto di silenzio, i presenti urlano lo slogan "gloria all'Ucraina" e il Presidente Zelensky - che indossa una giacca mimetica - ringrazia l'esercito ucraino, i servizi d'intelligence, le forze di sicurezza, la polizia per il loro sacrificio quotidiano. "Gloria a voi e a tutti quanti aiutano ogni giorno, combattendo e salvando vite umane, Gloria ai nostri eroi! Gloria all'Ucraina".
Ad un anno dall'invasione russa in Ucraina, il presidente ucraino sta tenendo un discorso nella piazza Santa Sofia di Kiev, ed ha chiesto un minuto di silenzio per commemorare "gli eroi" che combattono per resistere all'offensiva di Mosca.
"Gloria a tutti quelli che stanno combattendo adesso", ha affermato "Il vostro sforzo rende più vicina la vittoria, e decide se l'Ucraina esisterà", ha detto. "Ogni giorno dipende da te, soldato ucraino. Sei la persona più importante, sei la ragione per cui sono oggi ancora vivi milioni di ucraini. Sei il motivo per cui suonerà la vittoria" ha detto Zelensky. Oggi il primo ministro polacco, Tadeusz Morawiecki, è in visita a Kiev.
"La Russia deve perdere la guerra perché smetta di voler conquistare i territorio di cui non ha più il controllo come una volta": lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un messaggio video rivolto alla Lituania e ripreso dal Guardian. "Il revanchismo russo - ha proseguito Zelensky - deve dimenticare per sempre di Kiev, di Vinius, di Chisinau e di Varsavia, dei nostri fratelli in Lettonia ed Estonia, in Georgia e in ogni altro Paese che è ora minacciato" da Mosca.
Intanto, a dodici mesi dall’invasione russa, sono più di 13 milioni le persone che sono state costrette a lasciare la loro casa: quasi 8 milioni sono rifugiati fuggiti in tutta Europa e circa 5 milioni sfollati all’interno del Paese. Secondo due nuovi rapporti pubblicati ieri dall’UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, le loro prospettive di fare ritorno nell’immediato, tuttavia, sono offuscate dalle incessanti ostilità, dall’assenza di sicurezza e dal livello di distruzione nelle loro regioni di origine.
Dall’inizio dell’invasione sono stati inoltre denunciati 66 mila presunti crimini di guerra, secondo l’ufficio del procuratore generale Andriy Kostin. Nelle 66 mila denunce fanno parte anche le stragi di Bucha (400 i corpi trovati), di Irpin, di Izium. A Mariupol è stato bombardato il teatro dove avevano trovato rifugio molti sfollati ed era segnalata la presenza di non combattenti.