(Teleborsa) - Le grandi banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, BPER e Banca MPS) hanno registrato un utile netto aggregato di 3,9 miliardi di euro nel quarto trimestre 2022, che si confronta con una perdita netta aggregata di 0,7 miliardi di euro nel quarto trimestre 2021, secondo un nuovo report di DBRS Morningstar sul tema. Per l'esercizio 2022, l'utile netto aggregato è stato di 12,8 miliardi di euro, in crescita del 66% su base annua. La crescita è dell'80% escludendo l'impatto da Russia/Ucraina, il badwill derivante dall'acquisizione di Banca Carige da parte di BPER e i costi di ristrutturazione al netto dell'impatto fiscale positivo di Banca MPS.

"I risultati dell'anno fiscale 2022 hanno beneficiato di maggiori ricavi, spese operative piatte e minori costi del credito sottostanti", ha spiegato Andrea Costanzo, vicepresidente del team DBRS Morningstar Global Financial Institutions.

I ricavi per l'esercizio 2022 sono stati sostenuti da un maggiore net interest income (NII), che riflette gli aumenti accelerati dei tassi di interesse nella seconda metà del 2022. "Il pieno beneficio derivante dall'aumento dei tassi di interesse sarà visibile nei prossimi trimestri, tuttavia prevediamo che il probabile aumento della sensibilità dei depositi e della raccolta wholesale ai tassi di interesse aggiornati ridurrà parte del rialzo", ha aggiunto Costanzo.

Secondo DBRS Morningstar, le misure di ottimizzazione dei costi rimarranno fondamentali per affrontare l'inflazione elevata, le bollette energetiche più elevate dei clienti, gli investimenti digitali e le pratiche più rigorose relative alla transizione verso un'economia sostenibile.

Le rettifiche per perdite su prestiti sono aumentate su base annua nell'esercizio 2022. Escludendo l'impatto da Russia/Ucraina, tuttavia, le rettifiche su crediti sono diminuite grazie al miglioramento dei profili di rischio. Il quarto trimestre del 2022 ha registrato un aumento rispetto al trimestre precedente a causa della stagionalità e di un approccio preventivo ai rischi futuri.

Il costo medio del rischio nel 2022 è rimasto al di sotto dei livelli registrati nel 2019-2021 e le banche stanno lavorando a un'ulteriore riduzione nel 2023, in quanto gli accantonamenti per Russia e Ucraina e per il futuro de-risking dovrebbero interessare meno il settore. Ciononostante, secondo il report, il costo del rischio potrebbe aumentare nei prossimi trimestri qualora l'economia dovesse rallentare più del previsto e i tassi di insolvenza dovessero discostarsi sostanzialmente dai livelli attuali.

Infine, gli analisti osservano che le metriche sulla qualità degli asset sono ulteriormente migliorate nel quarto trimestre del 2022 e le riserve di capitale rimangono solide.