(Teleborsa) - Una norma fiscale americana ha il potenziale di creare effetti disastrosi per i risparmiatori italiani che investono in fondi comuni di investimento di gestori italiani, che a loro volta hanno nel proprio portafoglio attività finanziarie emesse da "partnership" di diritto statunitense. Infatti, secondo le norme fiscali Usa, le partnership con uno o più soci stranieri, sono obbligate ad applicare una ritenuta del 37.5% sugli utili di competenza del socio estero."Attenzione: di competenza, e non già distribuiti al socio estero – è l'avvertimento lanciato dal presidente di ExportUSA, Lucio Miranda.

"Per socio estero – spiega Miranda – si intende chi non è residente fiscale americano. Il socio estero dovrà poi fare la dichiarazione dei redditi in America a fine anno, anche se non ha tasse da pagare negli Stati Uniti".


Fin qui – sottolineano da Export USA – nulla di strano: la norma è volta a ridurre l'elusione fiscale dei grandi contribuenti. Tuttavia, nel corso degli anni, questa disposizione ha travalicato lo scopo originario, trascinando nelle maglie della sua attuazione anche i piccoli risparmiatori italiani. Quando il risparmiatore italiano investe in un fondo di investimento gestito da un intermediario italiano, può accadere che all'interno dell'investimento effettuato ci siano anche delle attività finanziarie emesse, appunto, da "partnership" americane. Attualmente, sono molte le "partnership" americane che creano e gestiscono gli ETF (Exchange Traded Funds) ad esempio.

Il risultato è che il gestore del fondo italiano riceve degli avvisi da parte delle società finanziarie americane, che richiedono di fornire, entro pochi giorni, il numero fiscale per i non residenti, ITIN, del risparmiatore, pena l'applicazione di penali in aggiunta alla ritenuta alla fonte del 37.5%. Poiché è impossibile ottenere un ITIN in così poco tempo, il risultato netto è che il risparmiatore italiano si vede decurtare i frutti del proprio investimento con percentuali da esproprio.

"Consigliamo, quindi, ai risparmiatori italiani – conclude Miranda – di controllare questo aspetto con gestore del fondo italiano che segue le loro operazioni".